Locorotondo, circa 10 km a ovest da Cisternino e circa 6,5 km a nord da Martina Franca

 Cfr.: Puglia, itinerario n. 3/2022 - Alto Salento, Valle d’Itria e Basse Murge

Ab. 13.904, locorotondesi; altezza: m 410 s.l.m.; Comune della città metropolitana di Bari, mappa - info Turista.: Pro Loco, p. za Vittorio Emanuele, 27 – T.: 0804 313099; P.S. H.: p. za S. Francesco da Paola, 1, Martina Franca - T.: 0804 835111; Aeroporto Internazionale Karol Wojtyla, Via Enzo Ferrari, 70128 Bari - T.: 0805 800200

Insediamento risalente al IX – VII sec. a.C. fondato probabilmente da coloni greci, probabilmente locresi, come indicano alcuni ricercatori. La cittadina attuale prese vita nel medioevo e la prima menzione della denominazione “casale rotondo”, inteso come agglomerato rurale, ampliatosi nel tempo, intorno alla chiesa di S. Giorgio, appartenente al feudo del Monastero dei Benedettini, risale alla fine del XIII sec. Alla fine del XIV sec. divenne feudo della famiglia Orsini del Balzo; intorno alla metà del XV sec., causa l’estinzione della famiglia entrò nel dominio di Ferdinando I di Napoli e successivamente sottoposta al dominio di diverse famiglie di nobili, come i Carafa che fecero erigere le mura e il castello, i Borrassa che nel 1645 cedettero il feudo ai duchi Caracciolo, i quali mantennero il dominio fino agli inizi del XIX sec., seguendo le sorti del regno borbonico. 

Locorotondo è situato su un’altura a 410 m s.l.m. a dominare la Valle d’Itria, circondato da colline, grotte e doline, dove predominano vigneti e uliveti. Intorno al suo territorio numerose contrade e frazioni si raccolgono intorno ai caratteristici trulli, vicino alle pievi, attorno ai pozzi e ai piazzali. Il suo nome rappresenta la caratteristica forma circolare del suo centro storico, una fitta rete di case bianche disposte ad anelli concentrici intorno al Duomo di S. Giorgio. Dal 2001 è inserito nell’elenco “i borghi più belli d’Italia”. Un luogo del cuore, dove tutto è armonico, indimenticabile, per la sua forma avvolgente, gli stretti vicoli che si perdono tra le case accese di calce bianca, i piccoli balconi in ferro battuto ornati di fiori, le famose “cummerse” dai tetti spioventi costruiti con grigie “chiancarelle” di pietra.