Calabria, itinerario n. 3/2022 

Dalla Riviera dei Cedri all’alto Ionio cosentino, attraverso il Parco del Pollino: Scalea - Morano Calabro - Trebisacce - Roseto Capo Spulico - Oriolo


Itinerario: Scalea - Oriolo in 3 tappe   

Località: Scalea - Morano - Trebisacce - Roseto Capo Spulico - Oriolo

Stagione: tutte Tempo: 5/7 giorni Lunghezza: Km 160

Scalea – Morano, Km 67,5

Morano - Trebisacce, km 50,5

Trebisacce - Roseto Capo Spulico - Oriolo, km 42

Un viaggio unico e suggestivo che parte da Scalea, sulla costiera calabrese dell’alto Mar Tirreno, si perde nel tempo con il passaggio a Morano Calabro, negli enormi spazi dell’altopiano di Campotenese, ai piedi del Pollino, ormai al confine con la Basilicata, alla ricerca di luoghi antichi, ma ancora vitali, ricchi di storia, monumenti e opere d’arte, raggiunge Trebisacce e Roseto Capo Spulico sul litorale dell’Alto Ionio calabrese e si conclude nella magica Oriolo.

Si tratta di un percorso non facile, lungo, a volte arido e avventuroso, che lascia nel cuore di ogni viaggiatore la soddisfazione di avere raggiunto località lontane e impenetrabili, la meraviglia di constatare come l’uomo e il tempo siano riusciti a custodire un patrimonio naturale e architettonico inestimabile.       

Scalea

Ab. 11.363, scaleoti; altezza: m. 25 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.: I.A.T. via Kennedy, 25 - T. 0985 90679; P.S. H.: Contrada Testa, Ospedale Iannelli, Cetraro (a 33.4 km) - T.: 0982 977231/9771

Insediamento risalente al periodo paleolitico, colonizzata successivamente dagli Enotri. Nel 600 a. C., i Sibariti fondarono, sul fiume Lao, la città di Laos che, insieme alla colonia romana di Lavinium, sorta in epoca più tarda, si può definire l’antica Scalea, il cui centro urbano attuale ebbe origine intorno al VI sec., sotto la dominazione longobarda. Con l’arrivo dei normanni la cittadina ebbe uno sviluppo commerciale e marinaro, nel XIV sec. diventò un importante scalo marittimo. Seguì la dominazione angioina e aragonese, quindi con gli spagnoli il suo territorio entrò a far parte del Regno di Napoli e del regno delle Due Sicilie e ne seguì le sorti.

Scalea sorge al limitare di un grande promontorio che segna il confine meridionale del Golfo di Policastro. La parte pianeggiante del suo territorio si estende sulla costa del mar Tirreno, mentre quella collinare raggiunge i 400 m s.l.m. Suggestivo è il suo centro storico, fitto di scale e di vicoli, raccordati da archi, che conserva ancora i caratteristici “Suppuorti”, che coprono alcuni tratti delle vie, traccia dell’antica muraglia difensiva costituita dalle case legate insieme come una cinta. Scalea, insieme ad altri 22 comuni, fa parte della Riviera dei Cedri che si estende tra i territori compresi fra i comuni di Tortora e Sangineto, in cui è diffusa la coltivazione del cedro. 

Da vedere

- Torre Talao, costruzione militare aragonese del XVI sec., simbolo della città.

- Torre di Sopra, i ruderi del castello che dominano il nucleo storico.   

- Torre della Scalicella o di Giuda, torre di guardia del castello

- Chiesa di Santa Maria d’Episcopio, costruzione risalente all’VIII sec., ingrandita nel periodo normanno; conserva pregevoli sculture lignee e di marmo, importanti tele e affreschi.

- Episcopio, edificio normanno del XII sec., diventato una fortezza.

- Palazzo dei Principi, nel borgo antico, costruzione del XIII sec. oggi di proprietà comune ospita la Biblioteca Comunale, conserva notevoli affreschi del XVII sec.  

Nei dintorni

Scogliera “Ajnella”, spettacolare percorso da effettuare in barca.

Grotte marine: “du trasi e jesci”; della “pecora” e del “bacio”.

S. Nicola Arcella, circa 5 km a nord, meravigliosa meta turistica balneare della Riviera dei Cedri, il cui nucleo antico è situato su una costa rocciosa a 110 m s.l.m. su cui si apre una splendida baia. Nel centro storico si notano gli edifici signorili di fine Ottocento, le pregevoli piazzette, la parrocchiale posta al centro del borgo. Una magnifica serie di affreschi sulle pareti esterne delle case racconta la storia del paese. Da vedere la suggestiva e selvaggia spiaggia dell’Arcomagno, la cui entrata naturale ad arco, la Grotta omonima, è alta circa 20 metri. 

Praia a Mare, circa 12 km a nord, stazione turistica balneare che si affaccia sulla costa tirrenica, a cui appartiene anche lIsola di Dino, situata difronte al borgo, precisamente davanti alla località Fiuzzi.

Papasidero, circa 22 km a nord est, piccolo comune, situato tra i 75 e i 1463 m. s.l.m., compreso nella vasta area del Parco Nazionale del Pollino e riserva Statale orientata della Valle del fiume Lao, lungo il quale è possibile praticare il rafting. Il centro storico mantiene ancora l’impianto urbanistico medievale, dominato dal Castello normanno - svevo e dal santuario di Nostra Signora di Costantinopoli del XVII – XVIII sec. Da visitare, in località Nuppolara, il sito archeologico Grotta del Romito risalente al periodo Paleolitico superiore, dove si trova una delle più antiche testimonianze dell’arte preistorica del nostro Paese.

Santa Maria del Cedro, circa 11 km a sud, fa parte dei comuni della Riviera dei Cedri e si torva vicino al Parco Nazionale del Pollino. Sul suo territorio notevoli sono le testimonianze archeologiche relative ai resti della città greca di Laos, nella frazione di Marcellina e ai resti dell’antico abitato medievale di Abatemarco, da vedere insieme ai ruderi del Castello di S. Michele.

Diamante, circa 16 km a sud, borgo sulla costiera tirrenica, al centro della Riviera dei Cedri, a cui appartiene l’Isola di Cirella, di fronte alla frazione omonima, sulla cui sommità si notano ruderi di una torre, antica fortificazione militare. Il centro storico è arricchito da murales dipinti da artisti provenienti da tutto il mondo. Pregevole il lungomare vecchio, definito “il salotto di Diamante”.

Gastronomia

Antipasti a base di pesce azzurro, notevoli il carpaccio di alici profumato al cedro e gli umidi di polipetti e moscardini, le frittelle di neonata/ Pasta con finocchio/Olive farcite/ peperoncino piccante, ingrediente che non manca mai in ogni piatto/ Salumi e insaccati locali, insaporiti col finocchietto/ formaggi locali e ortaggi sott’olio o in agrodolce/ Broccoletti al forno/ polpette di melanzane/ Pipi abbrusculiati, peperoni secchi che vengono fritti/ Spaghetti alla “poverella”, conditi con mollica di pane, acciughe, pepe rosso e prezzemolo/ Primi piatti con le fave e i peperoni grigliati/ capretto o agnello locale/ Friselle con insalata mista di pomodori, acciughe e olive condite/ Torta di mandorle/ Marmellate, gelati, granite al cedro

Da non perdere

Lagane, pasta fresca a forma di tagliatella, con ceci o fagioli/ Tagliatelle alla reggina/ Fusilli al ragù di pecora/ Linguine con scampi al cedro/ Pesce spada arrosto/ Pipi e patate, peperoni e patate fritte/ frittelle di ogni tipo di ortaggio secondo la stagione/ “grispelle”, pasta lievitata che viene fritta a forma allungata vuota o farcita col baccalà, alici o i pipi abbrusculiati.

Alberghi

Hotel Talao ***. Corso Mediterraneo, 66 – 0985 20444

B&B Scalea Rooms ***, via Nazario Sauro, 20 – 0985 040019

Ristoranti

Vigrì, via Napoleone, 11 - 0985 270235

Trattoria A’ Taverna, vico Municipale, III - 388 6044483

L’Ancora, via Ruggero di Lauria – 339 2846486

Morano Calabro

Ab. 4.201, moranesi; altezza: m. 694 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; P.S.: Guardia medica – Continuità assistenziale, via N. de Cardona - T.: 0981 31275

Antico insediamento urbano, risalente, secondo i riscontri archeologici, al II sec. a.C., in epoca romana denominato Muranum. Successivamente, nel periodo imperiale, III sec. d.C. era conosciuta come Summuranum. Per la sua posizione strategica, il centro ebbe una certa importanza commerciale e di transito. Nel periodo medievale, sotto la dominazione normanna divenne un borgo fortificato a difesa delle scorrerie saracene, successivamente diventò feudo di vari signori, nel 1485 fu assegnata ai principi di Sanseverino di Bisignano; durante la dominazione spagnola passò ai principi Spinelli di Scalea fino all’avvento dei francesi nel 1806, quando Luigi Bonaparte soppresse la feudalità in tutto il Regno di Napoli. Successivamente il borgo seguì le sorti del Regno delle due Sicilie e le imprese che accompagnarono l’Unità dItalia.         

Morano Calabro è situato sulle ripide scoscese di un colle, alle pendici del massiccio del Pollino, immerso in un’ampia zona verde, vicino al confine con la Basilicata, nell’alta valle del fiume Coscile. Il suo territorio fa parte del complesso montuoso di Orsomarso e Verbicaro; a nord tocca il crinale della catena del Pollino. La sua vasta area boschiva comprende il piano di Campotenese, il piano di Ruggio, i boschi del Monaco, di Pollinello e della Principessa. La flora e la fauna del suo territorio variano a seconda dell’altitudine, differenziandosi lungo l’ascesa in quota. Dall’olmo, il gelso, il leccio, l’olivo, il pioppo, delle zone collinari e pedemontane, al faggio, l’abete, l’acero, il raro pino loricato, alle quote più alte. Il comprensorio è popolato di volpi, cinghiali, lupi appenninici; nei fiumi incontaminati si trova la lontra e fra gli uccelli anche il nibbio reale.  L’abitato di Morano si sviluppa scendendo dalla sommità del colle dove si trovano i ruderi del castello normanno – svevo, creando una suggestione ottica della prospettiva, per cui le case appaiono attaccate l’una all’altra. Un assetto urbanistico che si fa risalire al medioevo, modellatosi nel tempo sulla struttura del colle fino a superare l’antica cinta muraria, dove dal 1960 venne avviata una fase di ampliamento del nucleo cittadino che diede vita alla Morano moderna. Fa parte del Club “I borghi più belli d’Italia”.