Calabria, itinerario n. 3/2022
Dalla Riviera dei Cedri all’alto Ionio cosentino, attraverso il Parco del Pollino: Scalea - Morano Calabro - Trebisacce - Roseto Capo Spulico - Oriolo
Itinerario: Scalea - Oriolo in 3 tappe
Località: Scalea - Morano - Trebisacce - Roseto Capo Spulico - Oriolo
Stagione: tutte Tempo: 5/7 giorni Lunghezza: Km 160
Scalea – Morano, Km 67,5
Morano - Trebisacce, km 50,5
Trebisacce - Roseto Capo Spulico - Oriolo, km 42
Un viaggio unico e suggestivo che parte da Scalea, sulla costiera calabrese dell’alto Mar Tirreno, si perde nel tempo con il passaggio a Morano Calabro, negli enormi spazi dell’altopiano di Campotenese, ai piedi del Pollino, ormai al confine con la Basilicata, alla ricerca di luoghi antichi, ma ancora vitali, ricchi di storia, monumenti e opere d’arte, raggiunge Trebisacce e Roseto Capo Spulico sul litorale dell’Alto Ionio calabrese e si conclude nella magica Oriolo.
Si tratta di un percorso non facile, lungo, a volte arido e avventuroso, che lascia nel cuore di ogni viaggiatore la soddisfazione di avere raggiunto località lontane e impenetrabili, la meraviglia di constatare come l’uomo e il tempo siano riusciti a custodire un patrimonio naturale e architettonico inestimabile.
Scalea
Ab. 11.363, scaleoti; altezza: m. 25 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.: I.A.T. via Kennedy, 25 - T. 0985 90679; P.S. H.: Contrada Testa, Ospedale Iannelli, Cetraro (a 33.4 km) - T.: 0982 977231/9771
Insediamento risalente al periodo paleolitico, colonizzata successivamente dagli Enotri. Nel 600 a. C., i Sibariti fondarono, sul fiume Lao, la città di Laos che, insieme alla colonia romana di Lavinium, sorta in epoca più tarda, si può definire l’antica Scalea, il cui centro urbano attuale ebbe origine intorno al VI sec., sotto la dominazione longobarda. Con l’arrivo dei normanni la cittadina ebbe uno sviluppo commerciale e marinaro, nel XIV sec. diventò un importante scalo marittimo. Seguì la dominazione angioina e aragonese, quindi con gli spagnoli il suo territorio entrò a far parte del Regno di Napoli e del regno delle Due Sicilie e ne seguì le sorti.
Scalea sorge al limitare di un grande promontorio che segna il confine meridionale del Golfo di Policastro. La parte pianeggiante del suo territorio si estende sulla costa del mar Tirreno, mentre quella collinare raggiunge i 400 m s.l.m. Suggestivo è il suo centro storico, fitto di scale e di vicoli, raccordati da archi, che conserva ancora i caratteristici “Suppuorti”, che coprono alcuni tratti delle vie, traccia dell’antica muraglia difensiva costituita dalle case legate insieme come una cinta. Scalea, insieme ad altri 22 comuni, fa parte della Riviera dei Cedri che si estende tra i territori compresi fra i comuni di Tortora e Sangineto, in cui è diffusa la coltivazione del cedro.
Da vedere
- Torre Talao, costruzione militare aragonese del XVI sec., simbolo della città.
- Torre di Sopra, i ruderi del castello che dominano il nucleo storico.
- Torre della Scalicella o di Giuda, torre di guardia del castello
- Chiesa di Santa Maria d’Episcopio, costruzione risalente all’VIII sec., ingrandita nel periodo normanno; conserva pregevoli sculture lignee e di marmo, importanti tele e affreschi.
- Episcopio, edificio normanno del XII sec., diventato una fortezza.
- Palazzo dei Principi, nel borgo antico, costruzione del XIII sec. oggi di proprietà comune ospita la Biblioteca Comunale, conserva notevoli affreschi del XVII sec.
Nei dintorni
Scogliera “Ajnella”, spettacolare percorso da effettuare in barca.
Grotte marine: “du trasi e jesci”; della “pecora” e del “bacio”.
S. Nicola Arcella, circa 5 km a nord, meravigliosa meta turistica balneare della Riviera dei Cedri, il cui nucleo antico è situato su una costa rocciosa a 110 m s.l.m. su cui si apre una splendida baia. Nel centro storico si notano gli edifici signorili di fine Ottocento, le pregevoli piazzette, la parrocchiale posta al centro del borgo. Una magnifica serie di affreschi sulle pareti esterne delle case racconta la storia del paese. Da vedere la suggestiva e selvaggia spiaggia dell’Arcomagno, la cui entrata naturale ad arco, la Grotta omonima, è alta circa 20 metri.
Praia a Mare, circa 12 km a nord, stazione turistica balneare che si affaccia sulla costa tirrenica, a cui appartiene anche l’Isola di Dino, situata difronte al borgo, precisamente davanti alla località Fiuzzi.
Papasidero, circa 22 km a nord est, piccolo comune, situato tra i 75 e i 1463 m. s.l.m., compreso nella vasta area del Parco Nazionale del Pollino e riserva Statale orientata della Valle del fiume Lao, lungo il quale è possibile praticare il rafting. Il centro storico mantiene ancora l’impianto urbanistico medievale, dominato dal Castello normanno - svevo e dal santuario di Nostra Signora di Costantinopoli del XVII – XVIII sec. Da visitare, in località Nuppolara, il sito archeologico Grotta del Romito risalente al periodo Paleolitico superiore, dove si trova una delle più antiche testimonianze dell’arte preistorica del nostro Paese.
Santa Maria del Cedro, circa 11 km a sud, fa parte dei comuni della Riviera dei Cedri e si torva vicino al Parco Nazionale del Pollino. Sul suo territorio notevoli sono le testimonianze archeologiche relative ai resti della città greca di Laos, nella frazione di Marcellina e ai resti dell’antico abitato medievale di Abatemarco, da vedere insieme ai ruderi del Castello di S. Michele.
Diamante, circa 16 km a sud, borgo sulla costiera tirrenica, al centro della Riviera dei Cedri, a cui appartiene l’Isola di Cirella, di fronte alla frazione omonima, sulla cui sommità si notano ruderi di una torre, antica fortificazione militare. Il centro storico è arricchito da murales dipinti da artisti provenienti da tutto il mondo. Pregevole il lungomare vecchio, definito “il salotto di Diamante”.
Gastronomia
Antipasti a base di pesce azzurro, notevoli il carpaccio di alici profumato al cedro e gli umidi di polipetti e moscardini, le frittelle di neonata/ Pasta con finocchio/Olive farcite/ peperoncino piccante, ingrediente che non manca mai in ogni piatto/ Salumi e insaccati locali, insaporiti col finocchietto/ formaggi locali e ortaggi sott’olio o in agrodolce/ Broccoletti al forno/ polpette di melanzane/ Pipi abbrusculiati, peperoni secchi che vengono fritti/ Spaghetti alla “poverella”, conditi con mollica di pane, acciughe, pepe rosso e prezzemolo/ Primi piatti con le fave e i peperoni grigliati/ capretto o agnello locale/ Friselle con insalata mista di pomodori, acciughe e olive condite/ Torta di mandorle/ Marmellate, gelati, granite al cedro
Da non perdere
Lagane, pasta fresca a forma di tagliatella, con ceci o fagioli/ Tagliatelle alla reggina/ Fusilli al ragù di pecora/ Linguine con scampi al cedro/ Pesce spada arrosto/ Pipi e patate, peperoni e patate fritte/ frittelle di ogni tipo di ortaggio secondo la stagione/ “grispelle”, pasta lievitata che viene fritta a forma allungata vuota o farcita col baccalà, alici o i pipi abbrusculiati.
Alberghi
Hotel Talao ***. Corso Mediterraneo, 66 – 0985 20444
B&B Scalea Rooms ***, via Nazario Sauro, 20 – 0985 040019
Ristoranti
Vigrì, via Napoleone, 11 - 0985 270235
Trattoria A’ Taverna, vico Municipale, III - 388 6044483
L’Ancora, via Ruggero di Lauria – 339 2846486
Morano Calabro
Ab. 4.201, moranesi; altezza: m. 694 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; P.S.: Guardia medica – Continuità assistenziale, via N. de Cardona - T.: 0981 31275
Antico insediamento urbano, risalente, secondo i riscontri archeologici, al II sec. a.C., in epoca romana denominato Muranum. Successivamente, nel periodo imperiale, III sec. d.C. era conosciuta come Summuranum. Per la sua posizione strategica, il centro ebbe una certa importanza commerciale e di transito. Nel periodo medievale, sotto la dominazione normanna divenne un borgo fortificato a difesa delle scorrerie saracene, successivamente diventò feudo di vari signori, nel 1485 fu assegnata ai principi di Sanseverino di Bisignano; durante la dominazione spagnola passò ai principi Spinelli di Scalea fino all’avvento dei francesi nel 1806, quando Luigi Bonaparte soppresse la feudalità in tutto il Regno di Napoli. Successivamente il borgo seguì le sorti del Regno delle due Sicilie e le imprese che accompagnarono l’Unità dItalia.
Morano Calabro è situato sulle ripide scoscese di un colle, alle pendici del massiccio del Pollino, immerso in un’ampia zona verde, vicino al confine con la Basilicata, nell’alta valle del fiume Coscile. Il suo territorio fa parte del complesso montuoso di Orsomarso e Verbicaro; a nord tocca il crinale della catena del Pollino. La sua vasta area boschiva comprende il piano di Campotenese, il piano di Ruggio, i boschi del Monaco, di Pollinello e della Principessa. La flora e la fauna del suo territorio variano a seconda dell’altitudine, differenziandosi lungo l’ascesa in quota. Dall’olmo, il gelso, il leccio, l’olivo, il pioppo, delle zone collinari e pedemontane, al faggio, l’abete, l’acero, il raro pino loricato, alle quote più alte. Il comprensorio è popolato di volpi, cinghiali, lupi appenninici; nei fiumi incontaminati si trova la lontra e fra gli uccelli anche il nibbio reale. L’abitato di Morano si sviluppa scendendo dalla sommità del colle dove si trovano i ruderi del castello normanno – svevo, creando una suggestione ottica della prospettiva, per cui le case appaiono attaccate l’una all’altra. Un assetto urbanistico che si fa risalire al medioevo, modellatosi nel tempo sulla struttura del colle fino a superare l’antica cinta muraria, dove dal 1960 venne avviata una fase di ampliamento del nucleo cittadino che diede vita alla Morano moderna. Fa parte del Club “I borghi più belli d’Italia”.
Da vedere
- Castello normanno – svevo, i ruderi della fortezza dominano dall’alto l’intero abitato.
- Collegiata di Santa Maria Maddalena, in piazza Giovanni XXIII, maestosa chiesa barocca, fondata nel 1097 e ampliata nel XVI sec. e ristrutturata nel XVIII sec., con facciata neoclassica (1840 e ss.), cupola (1794) e campanile a cuspide (1817), rivestito di maioliche colorate in stile campano (1862). L’interno a croce latina a tre navate conserva pregevoli tele del XVII e XVIII sec.
- Monastero di San Bernardino con annessa chiesa, complesso in stile tardo gotico, esempio di architettura francescana del XV sec. La chiesa è preceduta da un portico affrescato su cui si aprono due portali. A sinistra della chiesa 24 colonne in tufo a forma ottagonale formano il chiostro, sulle cui volte si vedono le tracce di affreschi del XVI e XVIII sec. che raccontano la vita di S. Francesco d’Assisi. L’interno è a navata unica con soffitto in legno a carena, secondo lo stile veneziano. All’altare maggiore si trovava il notevole “Polittico di Sanseverino” di Bartolomeo Vivarini del XV sec., dal 1995 custodito nella cappella di San Silvestro, nella sagrestia della Collegiata della Maddalena.
- Villa comunale, giardino pubblico del borgo che si apre dal fronte del portico di San Bernardino, in viale G. Scorza, in fondo al centro storico, delimitando la parte nuova del paese.
- Palazzo Cozza dall’aristocratico loggiato.
- Palazzo Lauria presenta uno splendido portale barocco.
- Chiesa di San Nicola di Bari, nel centro storico, sulla piazzetta da cui prende il nome, nel quartiere Giudea. Ha una facciata gotica con portale a sesto acuto con archivolto in muratura su cui un affresco raffigura San Nicola, la costruzione si sviluppa su due piani, notevole la cripta sottostante di epoca medievale dedicata a Santa Maria delle grazie. Conserva diverse tele del XVII e XVIII sec. e pregevoli opere scultoree.
- Palazzo dei Cavalieri Marzano, nel rione Giudea, dal colore rosso.
Nei dintorni
Grotte di San Paolo, a pochi chilometri dal borgo, nella contrada omonima. Interessanti sotto il profilo speleologico per la presenza di Stalattiti; si sviluppano per 245 metri con un dislivello di 41.
Monte Sassòne, circa 4 km dal paese, sulla strada che porta a San Basile. Un altopiano su cui insistono le tracce di due muraglioni e i resti di una porta che faceva parte dell’antica cinta muraria, probabilmente costruita dai longobardi.
Campotenese, circa 15 km a nord ovest, frazione del comune di Morano Calabro, posta a 1015 m. s.l.m., immenso altopiano, porta naturale per l’ingresso nel Parco Nazionale del Pollino.
Mormanno, circa 20 km a nord ovest, piccolo comune, probabilmente di origine longobarda, situato a 840 m s.l.m. nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, al confine con la Basilicata. Il nucleo antico dell’abitato si distribuisce su tre colli, il più antico a ovest è chiamato “la Costa”, a est il quartiere di Capo lo Serro, l’odierno San Michele, a sud quello del Casalicchio, l’odierno quartiere di San Rocco, dal quale si entra nel corso centrale, a nord la Torretta. Nella piazza Umberto I, cuore del borgo si alza il Duomo di Santa Maria del Colle, costruzione del XVIII sec., in stile barocco napoletano con pregevole facciata a tre portali, sormontati da tre finestre; l’interno si presenta a croce latina e navata centrale. Altra importante testimonianza dell’architettura religiosa è la chiesa della Madonna del Suffragio costruita intorno alla seconda metà del XVII sec., all’interno sono conservati pregevoli dipinti e sculture lignee, sulla volta a botte un notevole affresco di A. Galtieri è dedicato alla Vergine Maria.
Castrovillari, circa 7 km a sud est, grosso comune dell’alto cosentino, antico borgo fortificato dai bizantini, conquistato dai normanni nel 1064. Il centro storico chiamato la Civita, è arroccato su un colle, mentre la parte moderna del paese si distende sul piano. In piazza Castello si alza un maniero di architettura aragonese della fine del XV sec., a pianta quadrata con imponenti torri circolari agli angoli. Vicino è situata la chiesa di S. Giuliano, con un pregevole portale rinascimentale, rifacimento di quello originale. Non lontano, si staglia la chiesa di Santa Maria del Castello, costruita dai normanni intorno alla fine del XI sec., ricostruita nel XIV sec. e successivamente rifatta in stile barocco; l’interno a tre navate conserva affreschi e dipinti del periodo.
Cassano Allo Ionio, circa 24 km a sud est, grande comune della provincia di Cosenza, l’antica Cassianum, sede di un gastaldo longobardo, situata sulla destra del fiume Eiano, dove comincia ad aprirsi la Piana di Sibari, è oggi un’importante stazione termale. Le Terme Sibarite, stabilimento che sfrutta le acque che giungono da 5 sorgenti per la cura di diverse affezioni. Nella zona bassa del paese si staglia la Cattedrale della Natività di Maria, costruita sui resti di antiche chiese, con un’alta facciata a tre portali e Campanile del XVII sec. All’interno sono conservate pregevoli tele del XVIII sec. La cripta, risalente al periodo normanno, custodisce affreschi in stile bizantino.
Altomonte, circa 45 km a sud, piccolo borgo di origini medievali, situato in una suggestiva posizione su un colle tra due torrenti. Il nucleo antico del paese è arroccato e distribuito tra piazzette e vicoli davvero pittoreschi dall’influsso arabo, che conducono al Castello di origine normanna, XII sec., ampliato e restaurato più volte, oggi ospita un albergo; poco più avanti, si raggiunge la piazza dedicata al filosofo calabrese Tommaso Campanella, da cui si gode la vista sul Pollino e la valle dell’Esaro. Nella piazza sorgono: la chiesa di S. Maria della Consolazione in forme gotiche calabresi del XIV sec., la facciata ospita un grande portale sormontato da un notevole rosone, l’interno a navata unica custodisce pregevoli opere d’arte; l’adiacente Convento domenicano della metà XV sec. oggi ospita il Museo civico; il Palazzo Pancaro del XVI sec. Vicino, in via Paladino, si staglia la Casatorre dei Pallotta di epoca normanna. In piazza Balbia, l’antico balium, luogo che nel medioevo ospitava le assemblee pubbliche, sorge la chiesa di S. Giacomo Apostolo di incerta origine, probabilmente bizantina, con interno barocco. Infine, la chiesa di S. Francesco di Paola, patrono del paese, con accanto il complesso monastico oggi sede del Municipio. Fa parte del club “I borghi più belli d’Italia”.
A circa 11 km a nord si trova l’antico borgo di Lungro, di origini medievali e popolato nel XV sec. da profughi albanesi, i cui discendenti conservano ancora oggi la lingua e i costumi originari. Da vedere la cattedrale greca di S. Nicola di Mira, al cui interno si trova un’iconostasi del XVII sec.
Manifestazioni
Festa della bandiera, rievocazione storica della battaglia contro i saraceni, corteo con costumi dell’epoca, sbandieratori e cavalieri, in maggio.
Gastronommia
Zuppe di legumi, cereali/ minestre di ortaggi/ Formaggi/ salumi/ prodotti conservati sott’olio o aceto/ pasta fresca/ peperoni uova e salsiccia/ frittata di cipolla/ patate e peperoni/ cicirèta, giugiulèa, dolci tipici locali.
Da non perdere
Maccheroni al ferretto/ involtini di carne/ stoccafisso con patate
Alberghi
Merùo ****, Piazza Croce, 1 – 0981 31428
Villa San Domenico, via Sotto gli Olmi – 0981 399881
Ristoranti
L’Antico Borgo, Via D. Cappelli, 53 – 0981 30002
Da Renato, S.S. 19 delle Calabrie, 54 – 328 0065419
Trebisacce
Ab. 8.820, trebisaccesi; altezza: m. 73 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.: c/o Comune, piazza della Repubblica; P.S.H: via della Libertà, 468 - T.: 0981 509111
Insediamento urbano di origine incerta, durante l’epoca medievale e quella moderna fu sottoposto alla dominazione di diversi Feudatari, fra i quali i Chiaromonte e i Sanseverino.
Trebisacce è oggi un importante centro turistico balneare, che negli ultimi decenni ha raddoppiato la sua popolazione godendo di uno sviluppo economico e commerciale in evoluzione. Come sostiene qualcuno la cittadina sorge all’ombra del Massiccio del Pollino che la ripara dalle correnti rigide e gode del sole che si rifrange sui suoi impareggiabili aranceti, conosciuti come i giardini di Trebisacce. Il suo centro storico conserva il disegno urbano medievale con strade strette e case basse; mantiene ancora una cinta muraria risalente al XV – XVI sec., eretta a difesa delle incursioni dei turchi.
Da vedere
- Chiesa Madre, dedicata a San Nicola di Mira, costruzione bizantina della metà dell’XI sec. e successivamente ricostruita; si presenta con una cupola a forma di “trullo” e un campanile a cuspide.
- La Cappella di S. Antuono, costruita nel primo decennio del XX sec.
- Il Bastione, la cinta muraria posta in posizione dominante, chiamata il “balcone dello Jonio” per la vista che offre sul Golfo e le pianure di Sibari e Metaponto.
- Monumento delle “Tre Croci”, nella parte alta di piazza calvario, manufatto ristrutturato, che rappresenta il monte Golgota.
- Porta dell’Annunziata, l’unica Porta del sistema difensivo conservata delle quattro che permettevano l’accesso al borgo.
- Il lungomare, cinque chilometri di passeggiata, splendido “salotto” sul mare.
- Chiesa Madonna della Pietà, al centro della Marina, costruzione semplice del primo quarto del secolo scorso, all’interno è conservata una copia del tutto particolare della Pietà di Michelangelo, dipinta con colori vivaci.
- Museo dell’Arte Olearia e della cultura contadina “Ludovico Noia”, in via dei Massari, ne cuore del centro storico. Conserva ancora attrezzature per la molitura delle olive e oggetti della cultura contadina.
Nei dintorni
Cappella di San Giuseppe, situata a circa 2 km dall’abitato, è una costruzione tipicamente rurale, nascosta nel bosco di pini che la circonda. Per la sua suggestiva posizione è diventata un luogo di ritrovo in occasione della festa di S. Giuseppe.
Monte Mostarico, circa 7 km a nord ovest, zona ricca di macchia mediterranea situata nel punto più alto della cittadina da cui si gode una vista indimenticabile del mare, del Pollino e della Sibaritide circostanti.
Parco archeologico, in località Broglio, dove sono state rinvenuti reperti micenei e tracce di una necropoli ellenica, nonché le vestigia di un villaggio protostorico.
Torri circolari, chiamate del “Saraceno”, distribuite sul territorio a difesa delle incursioni dei pirati.
Villapiana Lido, circa 7 km a sud ovest, stazione balneare immersa in una florida pineta.
Sibari, circa 15 km a sud ovest, posta nella piana omonima, attraversata dal fiume Crati e dal suo affluente Coscile, è un importante centro commerciale e agricolo, famoso per i siti archeologici scoperti nel suo territorio. L’antica Sybaris, colonia achea della fine dell’VIII sec. a. C., sorgeva vicino all’attuale, non lontano dal mare. La zona archeologica conserva ancora resti della città di Sybaris e dei successivi insediamenti greci e romani, Thourioi, (città fatta erigere da Pericle nel 443), alla quale si sovrappose, agli inizi del II sec. a. C. la colonia romana di Copia.
Manifestazioni
Festa del biondo Tardivo di Trebisacce, caratteristica arancia la cui maturazione è ritardata, per cui la raccolta è prevista a primavera avanzata.
Gastronomia
Piatti di pesce: zuppa di pesce/ la nudicella/seppie e piselli/la raja alla trebisaccese/Sarde e Alici
Piatti legati ai sapori della terra: peperoni rossi - uova e salsiccia/ peperoni rossi con patate/ peperoni e melanzane/ minestre dell’orto/ maccaruni/ cipolline/pomodori essiccati e conservati/ marmellate / insaccati di maiale, che vengono pure conservati nelle truzzarughe (particolare contenitore di terracotta) sott’olio o nella sugna/ carni d’agnello e capretto/ formaggi e ricotte.
Liquori: al gusto di limoncello/ al gusto di mandarino / al gusto di arancia/ di mirtillo/di more/ di olive nere
Alberghi
Hotel Parnaso, via Longo, 3 – 0981 51197
Hotel Miramare, via Magna Grecia,
Casa e Bottega B&B, viale della Libertà, 366 – 0981 58506
Ristoranti
Trattoria del Sole, via Piave 14 -
Il Ristorantino, Piazza San francesco
La bottega degli antichi sapori, viale della Libertà, 370
Roseto Capo Spulico
Ab. 1.874, rosetani; altezza: m. 217 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.: https://comune.rosetocapospulico.cs.it/turismo/; P.S.H: via Salerno – Policoro (MT), a circa 32 km - T.: 0835 986312
Insediamento satellite della città di Sybaris, fondato intorno al VII sec. a. C. L’attuale Roseto ebbe origine intorno alla seconda metà del X sec. d. C., quando per volere del principe normanno Roberto il Guiscardo fu costruito il Castrum Roseti, raggiunse il massimo splendore intorno alla metà del XIII sec. Nel XVII sec. diventò un feudo della Famiglia Rende di Bisignano.
Il paese, provato dal fenomeno dell’emigrazione, solo sul finire del secolo scorso ha avviato le prime costruzioni di “residence” che hanno dato il via al turismo che si è sempre più sviluppato, specie nel settore balneare. Il nucleo antico, situato su un’altura degradante verso il mare, conserva il disegno urbano medievale con stradine e vicoli da cui si può vedere il mare.
Da vedere
- Castrum Petrae Roseti, castello fortificato a picco sul mare sul Promontorio di Cardone, posto a difesa della costa dell’Alto Ionio, costruito per volontà dell’imperatore Federico II, rimaneggiato diverse volte fino al XVI sec.
- Castrum Roseti, il castello racchiude con la sua cinta muraria il nucleo più antico della cittadina. La costruzione oggi ospita il municipio e il Museo etnografico e della civiltà contadina. della civiltà contadina.
- La chiesa di Santa Maria della Consolazione, costruzione del XIV sec.
- La chiesa Madre dedicata a San Nicola di Mira, nel cuore del centro cittadino.
- Parco “Qualità della Vita”, vicino alla foce del fiume Ferro, si tratta di una vera e propria palestra all’aperto e un percorso ciclabile e vari sentieri per la corsa e le passeggiate.
- Il lungomare degli achei, situato a Marina di Roseto Capo Spulico, lungo circa 1,5 km; superato il Castrum Petrae Roseti, si unisce alla SS 106 Jonica.
- Lo scoglio incudine, posto lungo la spiaggia sottostante il Castello, viene chiamato “il fungo del Castello” e rappresenta il simbolo di Roseto e dell’Alto Ionio cosentino.
- Promontorio di Cardona, situato nella piccola insenatura di Marina di Roseto in una fantastica posizione.
Nei dintorni
Amendolara, circa 10 km a sud ovest, il territorio della cittadina degrada verso il mare, dove a circa 12 miglia dalla Marina si trova la “Secca di Amendolara”, di grande estensione con profondità di circa 20 m., probabilmente ciò che resta di un’isola ormai sommersa per erosione. Nel nucleo antico si staglia il Castello, restaurato nel 1239 dall’Imperatore Federico II di Svevia; la chiesa di Santa Margherita Vergine e Martire, in forme romaniche con rifacimenti del XVIII sec.; la chiesa di Santa Maria, in forme bizantine co rifacimenti successivi nel periodo rinascimentale e barocco; pregevoli il Palazzo Pucci e il Museo archeologico statale Vincenzo Laviola, che custodisce i reperti degli scavi del Rione Vecchio, risalenti all’età del bronzo e del ferro, della città greco – arcaica di Lagaria e delle necropoli. Nei dintorni sono visibili, in una zona collinare e calcarea, caratterizzata da numerose grotte: la Cappella dell’Annunziata o Cappella dei greci, costruzione a cupola risalente al IX – X sec., ampliata con la facciata nel XVI sec.; i ruderi della Chiesa di San Giovanni o Armena.
Manifestazioni
Festa delle Ciliegie De.Co. in giugno.
Gastronomia
Pasta fresca/ Pitta liscia, una tipica qualità di pane/ insaccati, soppressata, salsiccia/ filettuccio di maiale/ peperoni e uova/ Ciliegie De.Co. di Roseto Capo Spulico/ peperoncino “piccantissimo” / Fave, piselli, olive/ piatti a base di pesce/ cannaricùli, dolce tipico locale.
Da non perdere
La licurdìa, una speciale zuppa di cipolle/ minestra verde
Alberghi
"Relais Capo Spulico"
Hotel Ancora situato sulla via nazionale.
Ristoranti
Terrazza del Gusto, via Metaponto, 46 - Borgata Marina - 0981 1896714
Il Gelso, S. da Statale 106 Jonica, 10 - Borgata Marina - 0981 913109
La Vela, via Lungomare degli Achei, 13 – Borgata Marina – 0981 913766
Oriolo
Ab. 1.971, oriolani/ oriolesi/ oriesi; altezza: m. 450 s.l.m.; Provincia: Cosenza, mappa - info Turista.:n.d. - T.: 0981 930871; P.S.H: via Salerno – Policoro (MT, a circa 50 km) - T.: 0835 986312
Centro di origini antiche, nato come fortezza a difesa delle incursioni dei saraceni. Intorno al X sec. era già una civitas, intorno agli anni 30 del XIII sec. Federico II di Svevia, fece ristrutturare il Castello e donò una immensa foresta al monastero dei Cistercensi di Santa Maria del Sagittario. Nel XV e XVI sec. fu feudo delle famiglie Sanseverino di Salerno e dei marchesi Pignone del Carretto.
Oriolo è situato su uno sperone di roccia a ben 450 m. s.l.m. mantiene un affascinante nucleo storico medievale, numerosi edifici nobiliari dell’epoca sfilano sulla strada principale fino al castello aragonese. Il centro è dotato di un notevole Polo Culturale che ha dato vita al Mudam, Museo diffuso delle arti e dei mestieri, “un insieme di beni culturali materiali e immateriali” distribuiti in un territorio circoscritto. Nel Museo Diffuso le relazioni intercorrono tra ambiente naturale, paesaggio urbano, “maestranze del territorio” e visitatori, confronto che penetrerà meglio la conoscenza del passato alla luce degli strumenti e dei luoghi del presente. Oriolo dal 2016 è stato inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia.
Da vedere
- Chiesa Madre, dedicata a S. Giorgio Martire, costruzione del periodo normanno – svevo, ampliata nel XVIII sec., all’interno a tre navate conserva pregevoli opere d’arte.
- Castello, oggi ospita cinque sezioni espositive
- Cappella di San Rocco
- Cappella Madonna delle Virtù
- Teatro Valle
- Teatro cavea “La Portella”
- Palazzo Giannettasio, ospita la Casa della Cultura - Museo Demo-Etno-Antropologico, intitolato a “Nicola Giannettasio con diverse sezioni espositive.
- Palazzo Tarsia, ospita il polo bibliotecario
- Convento San Francesco d’Assisi, poco fuori del centro abitato, in località Ravita, si trovano i ruderi di una costruzione del 1439 rinvenuta durante l’operazione di pulitura dell’area. Si tratta di un antico convento del terzo Ordine regolare di San Francesco d’Assisi.
Alberghi
Palazzo Basile B&B 347 3137583
La Quercia di Rinaldi B&B, vicolo Frassaneta, 10 Contrada Serra del Salice
Ristoranti
La Tavernetta
La Locanda n’da terr’