Ab. 911.621; napoletani; altezza: m. 17 s.l.m.; Città metropolitana di Napoli - mappa Info Turista.: via S. Giuseppe dei Nudi, 82 - T.: 800 134034; P.S. H.: via A. Cardarelli, 1 – T. 081 7471111/ P.S.H. Fatebenefratelli: via A. Manzoni, 220 – T.: 081 5981111; Aeroporto Internazionale di Napoli - Capodichino, via F. Ruffo di Calabria – T.: 081 7896111
Le origini risalgono all’antica Palaepolis, la città vecchia, IX sec. a. c., situata sull’isoletta di Megaride, dove ora si trova Castel dell’Ovo, che comprendeva anche la collina di Pizzofalcone, posta di fronte. Le origini, comunque, sono controverse, si dubita che esistesse un precedente insediamento denominato Partenope. La città nuova, Neapolis, nacque intorno al V sec. a. c. vicino a Paleopolis con propensione commerciale e una forte influenza culturale greca. Nel IV sec. essendo entrata nei possedimenti romani diventò residenza prediletta degli imperatori e del patriziato. Successivamente nonostante l’occupazione dei goti e dei bizantini mantenne il suo stato di floridezza economica, diventando un ducato autonomo, 763 - 1139. Riuscì a restare indenne alle incursioni dei saraceni, potenziando i traffici commerciali, nonostante la breve dominazione longobarda. Dovette soccombere però, dopo sanguinosi conflitti, ai conquistatori normanni, i quali nel 1139 l’annessero al regno di Sicilia. Nonostante i privilegi concessi, cominciò la lenta decadenza, che continuò nel periodo svevo, 1194. Tornò lentamente al suo magico splendore con l’avvento degli angioini, dopo la morte di Re Manfredi nel 1266, quando riprese il ruolo di capitale del Regno, sviluppando un notevole impegno politico, culturale e di rinnovo urbanistico della città. Nel 1442 passò agli aragonesi di Alfonso I e nel 1495 agli spagnoli di Carlo VIII, governata fino al 1707 da viceré reazionari spagnoli, uno dei periodi più oscuri, che culminarono nel 1647, nella rivolta popolare guidata da Masaniello. Nel 1734 sali al trono Carlo di Borbone, segnando la rinascita della città con riforme politiche e sociali e contribuendo all’arricchimento culturale e urbanistico. Durante le campagne napoleoniche, tra il 1806 e il 1815 fu in mano ai francesi di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat. Con la restaurazione tornarono i Borbone, i quali accompagnarono il regno fino al 7 settembre del 1860, quando G. Garibaldi e le sue Camice Rosse entrarono in città, acclamati dal popolo, portando a compimento la missione dei Mille, mentre il re Francesco II di Borbone, ripiegava su Gaeta con parte dell’esercito. Pochi mesi dopo Napoli fu annessa a quello che sarebbe diventato il Regno d’Italia. Durante la II guerra mondiale Napoli sopportò pesanti bombardamenti e gravi rappresaglie dei nazisti. Le famose “Quattro giornate di Napoli”, 26 - 30 settembre 1943, determinarono la liberazione della città.
Napoli si estende sulla costa del golfo omonimo, dominata dal Vesuvio. Nota in tutto il mondo per i suoi tesori artistici e per l’impareggiabile bellezza naturale è uno dei centri turistici più importanti d’Italia. “Napoli è la sola città del mondo che non è affondata nell’immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo.” (in "La Pelle" di Curzio Malaparte).
La città, nell’imponente centro storico, mantiene la rete intricata di strade e vicoli, con struttura a fasce (“strigas”, in greco), che costituiscono ancora oggi la sua pianta urbanistica. Essa è caratterizzata dal decumano romano, tre strade parallele principali, le antiche plateiai dei greci, che si estendono da oriente a occidente: Spaccanapoli (decumano inferiore), via dei Tribunali (decumano maggiore); via dell’Anticaglia (decumano inferiore). Vie che incrociano numerose altre, le quali scendendo perpendicolarmente da nord a sud, gli antichi cardi (le vecchie stenopoi di foggia greca), formano una scacchiera che nell’antichità rappresentava simbolicamente il Cosmo, secondo i canoni architettonici greci, attribuiti a Ippodamo da Mileto.
Piazza S. Gaetano, in cui domina la basilica di San Paolo, attigua a via dei Tribunali, era l’agorà cittadina, il centro in cui si svolgevano la politica, gli affari e i commerci cittadini. Vicino a piazza Nicola Amore, in prossimità di via Duomo, durante i lavori della nuova metropolitana, sono emersi i resti del grande gymnasium partenopeo. Sotto i giardini e la piazza del Municipio, in prossimità del Maschio Angioino è stato rinvenuto, durante i lavori per la realizzazione della linea tranviaria rapida, i resti dell’antico porto di Neapolis. Numerosi templi sono stati ritrovati e portati alla luce, altri restano soltanto citati e supposti dagli studiosi a causa delle troppe stratificazioni subite dalla città. Così, a Napoli, si possono vedere i resti di teatri romani, sotto e nei cortili dei palazzi, come la cavea semicircolare per seimila persone in via San Paolo 4/A; in via Anticaglia, le mura esterne di un teatro; in vico Cinquesanti, le antiche strutture in laterizio, mentre il teatro coperto è interrato. Nel 1995 il centro storico della città ha ottenuto il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio dell’umanità per i suoi edifici e monumenti testimoni di tremila anni di storia. Un’altra caratteristica della città è rappresentata dalle cosiddette “scale di Napoli”; antichi percorsi che congiungono le colline al centro e al litorale. Sono oltre 200 e costituiscono dei particolari sistemi urbanistici e monumentali che attraverso vie gradinate uniscono numerosi rioni. Negli ultimi 30 anni la mobilità cittadina è cambiata, oltre alla rete metropolitana, tranviaria, agli autobus, a Napoli sono presenti: tre ascensori: Chiaia, Sanità, Acton Ventaglieri; un metrò del mare, che collega la città alle località marittime vicine; 4 funicolari.
La costruzione della rete metropolitana ha dato un notevole contributo alla modernizzazione. Le “stazioni dell’arte”, distribuite nei punti strategici di smistamento della nuova rete, sono state progettate per coniugare il servizio di trasporto con la fantasia e la creatività. Si tratta di un complesso artistico funzionale costituito da 15 fermate, in cui sono stati creati ambienti ad hoc che potessero armonizzare la fruizione del servizio di trasporto pubblico con l’esposizione agli utenti di vere e proprie opere d’arte contemporanea. La funzione del progetto è duplice: arricchire e diffondere la conoscenza dell’arte e, nello stesso tempo, riqualificare importanti aree del tessuto urbano. Alla creazione di queste stazioni hanno partecipato i migliori artisti e architetti italiani e stranieri: da Fuksas allo spagnolo Oscar Tusquets; da Gae Aulenti a Mendini. All’interno delle stazioni si possono ammirare le opere di Nappo, Cucchi, Scolavino, Sargenti, Chia, Ontani, Sol Lewitt e numerosi altri artisti di valore internazionale.
Da vedere
Per il suo straordinario patrimonio artistico, per la grandezza del territorio su cui è distribuito nella città metropolitana, abbiamo individuato, per i viaggiatori, cinque percorsi virtuali distinti, da seguire, considerata la rispettiva lunghezza, in tappe separate, intorno al centro storico e non solo, attraverso strade e piazze, edifici rinascimentali, tesori artistici e bellezze naturalistiche unici al mondo:
Percorso I, circa 6 km, h. 1,30’: Da piazza Municipio, via Ammiraglio Acton, il porto, a Castel Nuovo; proseguendo per il Teatro S. Carlo, Piazza Trento e Trieste, Piazza Plebiscito; scendendo per via Partenope, poi per via Nazario Sauro, raggiungendo il magnifico lungomare, dove si trovano: la deliziosa Fontana dell’Immacolatella, il porto di Santa Lucia, Castel dell’Ovo. Poi, lasciando per un poco il lungomare, salendo per Piazza dei Martiri, via Chiaia, sino a piazza della Vittoria; quindi tornando verso la riviera di Chiaia, la Villa comunale, di nuovo sul lungomare, via Caracciolo, Piazza della Repubblica, continuando fino a Mergellina e Piazza Piedigrotta. Da qui, per raggiungere la Mostra d’Oltremare, attraverso la Galleria 4 giornate e viale Augusto, consigliamo di usare l’auto o un mezzo pubblico.
Piazza Municipio, ampia e circondata di fontane con al centro il monumento a Vittorio Emanuele II, dove sorge il palazzo del Municipio del 1825 che comprende la Basilica di S. Giacomo degli Spagnoli della metà del XVI sec., mentre sullo sfondo domina il Vesuvio e il mare. Davanti alla piazza, in via Ammiraglio Acton, si trova il Porto, l’antico molo angioino del XIV sec., con darsena, adiacente ai giardini pubblici; qui si apre la Stazione Marittima e la Calata Beverello per le comunicazioni marittime del golfo. Tra il molo angioino e quello dell’Immacolatella è situato l’edificio rococò dell’Immacolatella del 1700. La via prosegue fino all’imbocco della galleria della Vittoria aperta nel XX sec.
Castel Nuovo, conosciuto come Maschio Angioino, in via parco del Castello, costruzione della fine del XIII sec. voluta da Carlo I d’Angiò e ristrutturata dagli aragonesi di Alfonso I. Edificio a struttura trapezoidale con fossato e mura intervallate con torrioni merlati. Presenta una facciata maestosa con tre torri, fra due delle quali si alza l’Arco di Trionfo eretto nel 1443 per l’arrivo a Napoli del Re Alfonso I. Accanto si trova la Cappella Palatina con portale rinascimentale, oggi sede di eventi e manifestazioni culturali.
Teatro S. Carlo, nella via omonima, costruzione della metà del XVIII sec. Davanti al teatro si apre la Galleria Umberto I della fine del XIX sec.
Chiesa di San Ferdinando, in piazza Trento e Trieste, del XVII sec. all’interno conserva splendidi affreschi dell’epoca.
Palazzo Reale, su Piazza del Plebiscito, costruzione del XVII sec. ristrutturato all’interno nel XVII sec. e restaurato nel XIX sec. con la creazione del giardino pensile. Fu la residenza dei viceré succedutisi e dei Borboni, qualche volta dei re d’Italia, oggi è sede della Biblioteca Nazionale.
Piazza del Plebiscito, immensa e imponente cinta da importanti edifici, presenta un lato semiellittico con portico a colonne che al centro si chiude con la facciata della Basilica reale pontificia di S. Francesco di Paola, del XVIII sec., in forme neoclassiche, sul modello del Pantheon romano. Sui lati corti si alzano il Palazzo della Prefettura e il Palazzo Salerno del XVIII sec. Sul lato opposto, troneggia il Palazzo Reale.
Scendendo per via Nazario Sauro, primo tratto del meraviglioso lungomare, dove si apre a un paesaggio di rara bellezza; dove, poco più avanti, in via Partenope, sempre sul lungomare, si trova
la splendida Fontana dell’Immacolatella o Fontana del Gigante; poco oltre, dove il molo del Porticciolo di Santa Lucia unisce alla terraferma la minuscola isola del borghetto marinaro,
domina il maestoso Castel dell’Ovo. La costruzione del castello risale al XII sec. sui resti di un’antica villa romana appartenuta al famoso Lucullo. Successivamente ampliato e restaurato, oggi ospita eventi e manifestazioni culturali.
Piazza dei Martiri, lasciando alle spalle il Castello, salendo per via Chiaia, si raggiunge la piazza dove si erge la Colonna dei Martiri del 1868, dedicata ai caduti dei moti antiborbonici, alla cui sommità si trova la statua della Vittoria del Caggiano. In un largo della movimentata via Chiaia si apre l’ingresso al Palazzo Cellamare del XVI sec. e restaurato nel XVIII. Ridiscendendo a Piazza dei Martiri, su una attigua traversa, via Calabritto è situato Palazzo Calabritto del XVIII con uno splendido portale di scuola vanvitelliana; raggiunta piazza della Vittoria si apre la Riviera di Chiaia lungo la Villa comunale, vero polmone verde cittadino, dove trovano spazio varie statue, numerose fontane e la stazione zoologica Anton Dohm per lo studio dell’ambiente sottomarino, il cui pianterreno ospita l’Acquario. Sulla destra si trova Villa Pignatelli del XIX sec., che ospita il Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, il Museo delle carrozze. In via Colonna è situata la chiesa di S. Teresa a Chiaia S. Teresa a Chiaia del XVII sec. e più avanti, verso la riviera,la chiesa di S. Maria in Portico del XVII sec. Su via Caracciolo si raggiunge nuovamente lo splendido lungomare che costeggia la villa comunale dove si staglia il monumento ad Armando Diaz; più avanti, in Piazza della Repubblica si alza il monumento alle 4 giornate di Napoli.
La via prosegue fino a Mergellina, una caratteristica insenatura che ispirò canzoni popolari e romantiche poesie. In via Mergellina è situata la chiesa di Santa Maria del Parto del XVI sec., restaurata in quello successivo. All’interno conserva il famoso dipinto “Il diavolo di Mergellina”, (S. Michele che sconfigge il diavolo) di L. da Pistoia e il sepolcro del poeta Sannazzaro del Montorsoli.
Chiesa di S. Maria di Piedigrotta, nella piazza omonima, del XIV sec., successivamente modificata più volte, la facciata attuale risale al XIX sec. Custodisce la statua lignea della Vergine, festeggiata durante la popolare festa di Piedigrotta. Dietro la chiesa, prima dell’imbocco della galleria 4 Giornate, nella salita della Grotta, si trova l’entrata del Parco Vergiliano, dove un lungo viale porta al Sepolcro di Giacomo Leopardi; poco oltre si trova il Sepolcro di Virgilio, in verità un antico colombario di epoca augustea con camera funeraria chiusa da tamburo. Sulla destra del reperto, ormai diroccata, è situata la Crypta Neapolitana, scavata dai romani nel I sec. a. C., per collegare Napoli a Pozzuoli, dalla quale derivano i nomi di Piedigrotta e Fuorigrotta attribuiti ai quartieri limitrofi.
A parte lasciamo la Mostra d’Oltremare, piazzale V. Tecchio, un'estesa area di circa 2,5 km raggiungibile, da piazza Piedigrotta, attraverso la galleria 4 Giornate e viale Augusto. La zona presenta: padiglioni fieristici; edifici e viali; il Teatro Mediterraneo e l’arena Flegrea; il giardino Zoologico; Edenlandia, un immenso parco giochi con piscina, campi da tennis e pattinaggio; l’Acquario e lo Stadio D. A. Maradona; l’imponente Fontana dell’Esedra.
Percorso II, circa 5,0 km, 1,15’: Da via Medina, via e piazza Monteoliveto; poi, da via Toledo, proseguendo per piazza della Carità e piazza Sette Settembre; da piazza del Gesù Nuovo, via B. Croce, Largo S. Giovanni Maggiore, fino a via De Sanctis, in cui si trova la Cappella S. Severino che custodisce “il Cristo Velato” vero capolavoro artistico. Poi, via S. Pietro a Maiella, via dei Tribunali con le sue traverse fino al Duomo, la sontuosa cattedrale di S. Maria Assunta. Da piazza Nicola Amore, attraverso corso Umberto I, si raggiunge la chiesa di S. Agostino alla Zecca. Infine, da via Capasso, dove è situata la Chiesa di SS. Severino e Sossio, via G. Palladino con la Basilica Santuario del Gesù Vecchio fino a Largo Corpo Napoli, piazzetta Nilo e piazza S. Domenico Maggiore.
Chiesa di S. Maria Incoronata, in via Medina, costruzione del XIV sec. del periodo aragonese, presenta pregevoli affreschi dell’epoca. Di fronte si alza la chiesa della Pietà de Turchini del XVI sec. al cui interno sono conservati pregevoli dipinti del Vaccaro, di G. diano e L. Giordano. Vicino si trova la la duecentesca chiesa di S. Maria la Nova, nella via omonima, riedificata nel XVI sec., preceduta da una doppia gradinata, presenta una facciata rinascimentale. L’interno conserva importanti pitture e sculture del XVI e XVII sec. Attraverso via Monteoliveto si raggiunge una scalinata che porta ai suggestivi Chiostri di Monteoliveto con portico e loggiato in stile rinascimentale, mentre dalla parte opposta della strada si trova il Palazzo Orsini Gravina del XVI sec., oggi ospita la facoltà di Architettura dell'Università Federico II. Nella piazza omonima si staglia la chiesa di S. Anna dei Lombardi, costruita nel XV sec., nel secolo successivo fu trasformata. All’interno conserva pregevoli sculture rinascimentali che le hanno valso l’appellativo di “Museo del Rinascimento”.
Via Toledo, una delle strade più vivaci della città, realizzata nel 1536 dal viceré Pedro di Toledo da cui prese il nome, dopo l’unità d’Italia prese il nome di via Roma, che mantiene tuttora nel tratto della via che va da Spaccanapoli a piazza Dante. Lungo via Toledo, si alzano notevoli edifici: la chiesa di S. Nicola alla Trinità, del XVII sec. con preziosa facciata in marmo; Palazzo Carafa Maddaloni, nella traversa omonima, del XVI sec. in forme barocche e Palazzo Doria d’Angri del XVIII sec. progettato dal Vanvitelli, in piazza Sette Settembre. Nella stessa piazza si erge la Basilica dello Spirito Santo, del XIV sec., ricostruita nel XVIII sec. con facciata rinascimentale; l’interno conserva alcune importanti opere scultoree.
Piazza della Carità, scenografico spazio rococò in cui si trova il Monumento a Salvo d’Acquisto.
Piazza del Gesù Nuovo, caratterizzata dalle forme barocche della Guglia dell’Immacolata, del XVIII sec.; vicino prospetta la chiesa di Gesù Nuovo, costruita tra i secoli XVI e XVII incorporando parte del palazzo dei Sanseverino a cui appartiene la pregevole facciata a bugnato. Il Monastero di S. Chiara, eretto intorno al XIV sec. e restaurata alla fine del XX, comprende tre chiostri suggestivi e conserva preziosi affreschi.
Basilica di Santa Chiara, in via B. Croce, sul lato nord - orientale di piazza del Gesù Nuovo, dei primi anni del XIX sec. Intorno alla metà del ‘700 la struttura gotico – provenzale subì una trasformazione in forme barocche. Quasi distrutta dai bombardamenti della II guerra mondiale fu ricostruita, assumendo l’aspetto gotico originario. All’interno un corridoio a destra del presbiterio porta al Convento dei Minori, a cui si accede da un elegante portale che si apre sul Coro del XV sec. Dietro al Coro si trova il Chiostro delle Clarisse. Alle spalle della Basilica si sviluppa il Monastero di Santa Chiara, eretto intorno al XIV sec. e restaurato alla fine del XX, comprende tre chiostri suggestivi e conserva preziosi affreschi; oggi ospita il Museo dell'Opera omonimo e un'ampia Area Archeologica di epoca romana. Nella stessa via staglia il Palazzo Filomarino del XIV sec. in cui visse e morì il noto filosofo Benedetto Croce; oggi ospita la biblioteca crociana e l’Istituto Italiano per gli Studi Storici.
Basilica di S. Giovanni Maggiore, nel largo omonimo, ricostruita nel XVII sec. e intorno alla metà del XIX sec.; a circa 200 m, in via R. Bonghi, la chiesa di S. Pietro Martire, del XV sec. più volte ricostruita, l’ultima nel dopoguerra; poco più a vanti, in piazza G. Bovio, prospetta la meravigliosa Fontana del Nettuno, con i mostri marini del Bernini, la statua di Nettuno del Naccherino, la fontana del D. Fontana, e il Palazzo della Borsa della fine del XIX sec. che ingloba la Cappella di S. Aspreno al Porto dell’VIII sec.;
Piazza S. Domenico, in cui si alza la Guglia di S. Domenico del 1737, sulla cui cima è posta la statua in bronzo del santo. Sulla piazza è posta anche la parte absidale della Basilica di S. Domenico Maggiore, la cui facciata si trova nel vico omonimo, costruzione del XIV sec. in forme gotiche ristrutturata successivamente più volte. Presenta un prezioso portale che si apre sotto il portico, introducendo all’interno, diviso in tre navate, dove si susseguono importanti sepolcri e pregevoli affreschi.
Cappella Sansevero, in via de Sanctis, costruita intorno alla fine del XVI sec. e decorata nel secolo successivo. Nonostante sia una cappella funeraria lo spazio è reso vivace dagli affreschi di F. M. Russo. Sono conservate numerose e preziose statue del Queirolo, del Celebrano, del Corradini e il capolavoro assoluto "il Cristo velato" di G. Sammartino.
Conservatorio, via S. Pietro a Maiella, scuola musicale che vanta un’antica tradizione di famosi allievi e altrettanto illustri maestri. Ospita un museo dove sono esposti strumenti, cimeli, mentre la biblioteca conserva libretti e documenti e manoscritti dal XVI sec. in poi. Nella stessa via si alza la chiesa di S. Pietro a Maiella, degli inizi del XIV sec., dopo aver subito varie ristrutturazioni nel 1927 ha subito un restauro che ha recuperato il suo aspetto gotico originario. L’interno conserva preziosi dipinti di Mattia Preti.
Cappella Pontano, in via dei Tribunali, della fine del XV sec., in stile rinascimentale con pavimento di maioliche decorate, conserva epigrafi greche e romane.
Chiesa dei Girolamini o S. Filippo Neri, con portale principale in via dei Tribunali, mentre l'altra facciata rinascimentale del complesso è prospicente via Duomo. Terminata intorno alla metà del XVII sec., all'interno custodisce importanti e preziosi affreschi, ta cui uno di L. Giordano, un dipinto di Guido Reni. Dal chiostro si entra nella Quadreria dove sono conservate numerosi dipinti, tesori dell’arte, dal Pomarancio allo stesso L. Giordano, dallo Zuccari a G. Reni.
Basilica di S. Lorenzo Maggiore, in piazza S. Gaetano, attigua a via dei Tribunali, costruzione della fine del XIII sec. ristrutturata più volte e restaurata ora presenta una facciata rinascimentale. Il portale centrale è quello antico, a destra il portale del XV sec. che introduce al convento e al campanile. L’interno si presenta grandioso, a navata unica, ricco di tesori dell’arte. In questa chiesa si incontrarono per la prima volta il Boccaccio e la sua Fiammetta. Nella stessa piazza si erge la Basilica di S. Paolo Maggiore S. Paolo Maggiore, terminata intorno all’inizio del XVII sec. Conserva numerose opere d’arte, tra cui alcune colonne del Tempio romano dedicato ai Dioscuri.
Chiesa di S. Gregorio Armeno, nella strada omonima, traversa di via dei Tribunali, costruzione del X sec., riedificata verso la fine del XVI sec. Presenta un ricco interno a navata unica e preziosi affreschi di L. Giordano. Vicino, a circa 100 m, in via S. Biagio dei Librai, si alza il Palazzo Marigliano del XVI sec.
Monte della Misericordia, in via dei Tribunali, poco oltre via Duomo, istituto di carità sorto nel XVII sec. con annessa la chiesa del Monte della Misericordia a forma ottagonale.
Duomo, cattedrale metropolitana di S. Maria Assunta, nella via omonima, complesso che risale all’inizio dell’epoca angioina, sotto Carlo II, intorno alla fine del XIII sec., nell’area su cui insistevano precedenti strutture religiose come il battistero paleocristiano e la originaria basilica. La sua struttura fu modificata varie volte nel corso del tempo. La facciata in forme gotiche è un riadattamento del XX sec. i portali, invece, sono quelli del ‘400. L’interno è davvero particolare: le arcate gotiche che coronano l’ambiente sono sostenute da ben 110 colonne che dividono la chiesa in tre navate; la navata centrale si presenta con un soffitto ricco, in legno dorato, che raccoglie dipinti importanti. La terza cappella della navata destra è la cappella di S. Gennaro che conserva le reliquie del santo patrono della città. Più avanti, sulla navata sinistra, si apre la cappella di Santa Restituta, l’antica basilica del IV sec., che custodisce il battistero di San Giovanni in Fonte, il più antico d’occidente. Alla fine della navata destra si raggiunge il Battistero del V sec.
Chiesa di S. Giorgio Maggiore,, sulla stessa via, dalla parte opposta al Duomo del IV sec., restaurata nel XVII fu invertita la sua posizione, in modo che l’abside originaria si trova oggi all’ingresso. L’interno ha una navata maggiore con triplice cupola e una navata minore. Nella stessa via si alzano: il Palazzo del Monte di Pietà dei primi anni del XVII sec., nel cui cortile si trova la splendida Cappella della Pietà con una facciata ornata da sculture di Pietro Bernini e del Naccherino; il Palazzo Caraffa S. Angelo di epoca rinascimentale, con facciata a bugnato e sculture all’esterno. Sulla stessa via, poco più avanti, si alza il Palazzo Cuomo, edifico rinascimentale della seconda metà del XV sec., con importante facciata a bugnato. Oggi ospita il Museo civico Filangieri che raccoglie collezioni di dipinti, sculture libri antichi. Proseguendo si arriva a piazza Nicola Amore, chiamata “i quattro palazzi”, quattro edifici simili tra loro che la circondano, l'ampio spazio collega c.so Umberto I a piazza Garibaldi. Allungando un poco per corso Umberto I si raggiunge la chiesa di S. Agostino alla Zecca S. Agostino alla Zecca, nella via omonima, risalente al XIV sec. e rifatta nel XVII sec. presenta una maestosa facciata con campanile.
Proseguendo per via Eletto Starace e piazzetta A. Scacchi si prende via Capasso dove si trova la chiesa di SS. Severino e Sossio, costruzione risalente all’inizio del X sec. ampliata nel XV sec., terminata con la cupola nel XVII sec., restaurata nel XVIII sec. con la nuova facciata. L’interno a navata unnica conserva opere d’arte di notevole valore. Accanto, in via del G. Archivio, è situato l’Archivio di Stato, nell’ex monastero dei SS. Severino e Sossio, dove il chiostro grande ospita gli uffici del Catasto.
Basilica Santuario del Gesù Vecchio, in via G. Paladino, del XVII sec.; vicino si trova il complesso universitario.
Chiesa di S. Maria Assunta dei Pignatelli, in largo Corpo di Napoli, della metà del XIV sec.;
Chiesa di S. Angelo a Nilo o Cappella Brancaccio, piazzetta Nilo, della fine del XIV sec. rimaneggiata nel XVII sec. e restaurata nel XX sec. presenta un portale del XV sec. sulla piazzetta Nilo, e uno gotico su quello principale posto su via Mezzocannone.
Percorso III, circa 6 km, h. 1,40’: da Piazza Mercato, le piazze di S. Maria del Carmine e SS. Annunziata; poi, piazza Garibaldi con la Stazione centrale; da piazza De Nicola con Porta Capuana, la Vicaria (Castel Capuano) e piazza Carlo III. Poi, via Foria fino al Ponte della Sanità, corso Amedeo di Savoia, fino alla Penninata S. Gennaro, dove si trovano le Catacombe omonime. Infine, si raggiunge Capodimonte dove si trova il Palazzo Reale, il Museo e le Gallerie Nazionali di Capodimonte circondate dal magnifico parco.
Piazza del Mercato, punto nevralgico della storia cittadina, luogo in cui venivano eseguite le esecuzioni capitali, dove gli angioini giustiziarono Corradino di Svevia, l’ultimo erede di Federico II. Il centro da cui partì la rivolta popolare guidata da Masaniello nel 1647. Nella piazza si stagliano: la chiesa di S. Croce e Purgatorio al Mercato della fine del XVIII sec.; l’abside della chiesa di S. Eligio Maggiore, costruita dagli angioini in stile gotico del XIII sec., più volte ristrutturata. Il vecchio campanile, attraverso l’Arco dell’Orologio del XV sec., collega la chiesa a un edificio a fianco.
Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore, nella piazza omonima, realizzata nel XIV sec., il portale è del XVIII sec. presenta un prezioso campanile con cuspide decorata da maioliche.
Basilica della SS. Annunziata Maggiore, nella via omonima, costruzione del XIV sec, successivamente ricostruita, l’ultima volta nel XVIII sec. da Luigi e Carlo Vanvitelli. L’interno a navata unica si presenta ornato con colonne corinzie e coperto da una cupola affrescata dal Corenzio.
Piazza Garibaldi, dove sorge la Stazione centrale; a destra si trova la Porta Nolana, poi procedendo per via Poerio si raggiunge piazza E. De Nicola dove si stagliano: Porta Capuana, costruita alla fine del XV sec., si tratta di un arco rinascimentale col prospetto esterno in marmo stretto ai lati da imponenti torri; Castel Capuano, chiamato La Vicaria, risalente alla fine del XII sec. Fu residenza dei re, poi trasferita dagli aragonesi a Castel Nuovo o Maschio Angioino, ristrutturato più volte e restaurato con modifiche che ne hanno alterato il disegno originario, oggi è sede dei tribunali; la chiesa di S. Caterina a Formiello, eretta intorno alla fine del XVI sec., a navata unica e cupola.
Real Albergo dei Poveri, in piazza Carlo III, eretto verso la metà del XVIII, presenta una facciata lunga ben 354 m.
Orto botanico, lungo via Foria, creato nel XIX sec.
Chiesa di S. Teresa degli Scalzi, nella via omonima, del XVII sec., poco oltre è la casa dove morì Giacomo Leopardi. Poi, attraverso l’Emiciclo di Capodimonte, con stele dedicata a Umberto I, si arriva al Ponte della Sanità, che attraversa il famoso quartiere; più avanti la strada prende il nome di corso Amedeo di Savoia, sulla destra si trova la Basilica di S. Maria della Sanità, del XII sec. con imponente campanile e cupola decorata di maioliche, nel cui sottosuolo sono situate le Catacombe di S. Gaudioso.
Catacombe di San Gennaro, Penninata di S. Gennaro dei poveri, risalgono al II sec. e rivestono grande valore per i dipinti paleocristiani che vi custodiscono. Al termine si prende il viale che porta alla Basilica di S. Gennaro Extra Moenia, del V sec.
Porta Grande, sulla via Capodimonte, accesso al grande Parco di Capodimonte dove si trova la Reggia costruita a partire dal 1738 per il re Carlo di Borbone, che oggi ospita il Museo e le Gallerie nazionali di Capodimonte, le quali comprendono: al II piano, la galleria Nazionale, al I piano la Galleria dell’Ottocento, l’Appartamento storico e il Museo. All’esterno domina il Bosco o Parco di Capodimonte, la vecchia riserva di caccia, il cui accesso è posto alla Porta di Mezzo, attraverso un raffinato cancello rococò, da cui si distribuiscono ben sette viali. Nel parco è insediata anche la Palazzina dei principi del 1829, la Cappella di S. Gennaro, la Fabbrica delle porcellane di Capodimonte del 1739 con officine e forni, oggi sede dell’Istituto professionale per l’industria della ceramica e della porcellana.
Percorso IV, circa 6 km, h. 1,30: da Castel S. Elmo, Certosa di S. Martino, via Cimarosa per vedere la Floridiana e il Museo della ceramica; poi, si lascia il Vomero e si scende verso piazza Dante, via S. Maria di Costantinopoli e piazza Museo, dove si trova Il Museo Archeologico Nazionale. Infine, via S. Giovanni a Carbonara per vedere le Cappelle Caracciolo e il complesso religioso di S. Maria Donnaregina nel largo omonimo.
Castel S. Elmo, in via Angelini, nel popoloso quartiere del Vomero, nato nel XX sec. e collegato da funicolare alle vie del centro cittadino. I lavori di costruzione della fortezza iniziarono nel 1329 per volontà di Roberto d’Angiò e terminarono nel 1343. Alla metà del XVI sec. fu ricostruito dopo varie occupazioni e assedi. Circondato da un fossato, a pianta stellare a 6 punte, oggi è sede di manifestazioni culturali e spettacoli.
Certosa di S. Martino, nel largo omonimo, belvedere sulla città di Napoli, convento di epoca angioina completato alla fine del XIV sec., ristrutturato e decorato tra il XVI e il XVII sec. da noti architetti come il Dosio, il Conforto e il Fanzago, diventando un modello prezioso del barocco napoletano. Soltanto nel XIX sec. nelle sue sale fu creato il Museo Nazionale di S. Martino. Castel S. Elmo, domina sul cortile della certosa il cui interno è davvero uno scrigno di tesori che vanno scoperti cappella per cappella, sala per sala in relazione al Museo e alla Pinacoteca, con l’ingresso sul chiostro Grande.
La Floridiana, in via Cimarosa, villa meravigliosa eretta agli inizi del XIX sec. per la duchessa Floridia, moglie morganatica di Ferdinando I di Borbone, circondata da un grande parco in cui si trovano tempietti, un piccolo teatro e il Museo nazionale della ceramica Duca di Martina che raccoglie collezioni importanti di maioliche provenienti da ogni parte del mondo, oltre a pregevoli pezzi di ceramiche di Meissen di Capodimonte, di cristalli, avori, e lacche.
A questo punto del percorso, dal Vomero occorre spostarsi nel centro cittadino con l’ausilio della funicolare; quindi, consigliamo di scendere alla fermata più vicina a Piazza Dante, grande spazio al cui centro si staglia la statua di dedicata a Dante e un lato costruito a emiciclo dal Vanvitelli, ornato di statue che termina alla Porta Alba del XVII sec. su cui è posta l’effigie di S. Gaetano. Sulla piazza si staglia la chiesa di S. Domenico Soriano del Fanzago.
Accademia di Belle Arti, in via S. Maria di Costantinopoli, dove ha posto la Galleria d’Arte Moderna, con entrata principale sulla via Bellini.
Chiesa di S. Maria di Costantinopoli, nella via omonima, del XVI sec., con cupola decorata a maiolica. L’interno conserva numerose opere d’arte e un magnifico altare maggiore del Fanzago.
Museo Archeologico Nazionale, in piazza del Museo, tra gli istituti più famosi al mondo, fondato da Carlo di Borbone nella prima parte del XVIII sec. che raccoglie numerosi reperti archeologici delle campagne di scavi avvenute a Ercolano, Stabia, Pompei, Cuma, alle quali si aggiunsero la collezione Borgia di antichità etrusche ed egizie e la raccolta numismatica di Santangelo.
Chiesa di S. Giovanni a Carbonara, nella via omonima, costruzione della prima metà del XIV sec., ricostruita e modificata nel corso del tempo. L’interno, a navata unica, è di aspetto gotico e vi si trovano la splendida Cappella Caracciolo Del Sole e la Cappella Caracciolo Di Vico.
Chiesa di S. Maria Donnaregina Vecchia, nel largo omonimo, un complesso religioso interessante e particolare, costituito da due chiese, una barocca del XIV sec. e l’altra, chiesa di S. Maria Donnaregina Nuova, del XVII sec., quest’ultima è situata dietro la prima a cui si accede dal vico Donnaregina 25 in perfetto stile medievale napoletano.
Percorso V, si svolge interamente sulla collina di Posillipo, per cui è consigliato l’uso dell’auto o di un mezzo pubblico, circa 14 km, h.0,40': dalla Chiesa di S. Maria Assunta di Posillipo alle ville: Rosebary e Valpolicelli e la spiaggia vicina. Poi, il borgo di Marechiaro e quello della Gaiola, fino al parco Virgiliano. Ancora, da piazza Posillipo al parco Pausilyon, all’Isola di Nisida, fino alla Città delle Scienza.
N.B. sul percorso insistono strade a traffico limitato o private.
Posillipo, una collina tufacea di un cratere vulcanico dei Campi Flegrei che si alza tra il golfo di Napoli e quello di Pozzuoli, affascinante promontorio di inestimabile bellezza paesaggistica oltre che naturalistica. La strada, aperta agli inizi dell’800, dai francesi di G. Murat, si arrampica per la collina tra lussureggiante vegetazione mediterranea e nuovi edifici. In via Posillipo si incontra lachiesa di S. Maria Assunta, più avanti, il Mausoleo Schilizzi, dove si staglia l’Ara Votiva ai Caduti per la Patria, in linee egizie. Attraverso via F. Russo si scende fino alla Villa Rosebery, riservata al Presidente della Repubblica, e Villa Volpicelli, che domina la piccola baia di Riva Fiorita, magico spazio di quest'angolo di paradiso. Riprendendo via Posillipo e procedendo lungo la via Alfano Primo, dopo circa 1,5 km, si incontra il piccolo borgo di pescatori Marechiaro, quello della famosa canzone “a fenesta”, ricordata da una lapide posta su una casa vicino alla scogliera.
Tornando su via Posillipo, prendendo via T. L. Caro e procedendo per la discesa Gaiola, dopo circa 3 km, si raggiunge l’altro borgo marinaro di Gaiola. Dalla spiaggia di Marechiaro al borgo di Gaiola ci si arriva anche per via mare con l’ausilio di una barca; di fronte vi prospettano tre isolette, la cui maggiore è La Gaiola, nell’Area Marina Protetta Gaiola “Parco Sommerso di Gaiola”, che si estende dal borgo di Marechiaro alla baia di Trentaremi. Un’insenatura dove si vedono alcune grotte scavate dal mare, tra cui la Grotta dei Tuoni, chiamata così per il rumore prodotto dalla risacca tra le sue pareti. La bellezza naturalistica di questi luoghi e del paesaggio, a partire da I sec a.C. ha richiamato su questa parte della costa l’attenzione dell’aristocrazia romana che vi insediarono sontuose ville, la cui più importante è quella di Pausillyon (luogo dove finiscono i dolori).
Di nuovo su via T. L. Caro per circa 1,5 km si raggiunge il l’ingresso del Parco Virgiliano, una grande area verde a 150 m s. l. m., riaperto nel 2002, dopo un lungo periodo chiusura e degrado, è identificato come “il parco letterario” con l’aspirazione a diventare un simbolo del passaggio a Napoli nel Grand Tour, il viaggio che dal XVIII sec. gli aristocratici compivano per migliorare la propria conoscenza. Un sistema di terrazze che si affacciano sul golfo di Napoli fornisce la stupenda vista di un panorama unico al mondo. Sulla parte orientale del parco si trova la splendida baia di Trentaremi.
Poi, salendo a Piazza Posillipo, e prendendo la discesa Coroglio, a circa 2 km si raggiunge il Parco Archeologico Pausilyon, si tratta dell’antica villa che Vedio Pollione regalò ad Augusto e di cui si vedono ancora parti del teatro e i resti di un antico stadio.
Quindi, risalendo per via Nisida si arriva, dopo circa 3 km, alla spiaggia di Coroglio, dove un ponte collega la terraferma alla piccola isola di Nisida, accessibile soltanto parzialmente, ospita l'Istituto penale Minorile di Napoli.
Infine, ritornando su via Coroglio, verso ovest, dopo circa 3 km si trova la Città della scienza, area multifunzionale di promozione e divulgazione della scienza gestita dalla Fondazione IDIS - Città della scienza, situata nel quartiere di Bagnoli. Comprende: un museo scientifico interattivo, un incubatore di imprese, un centro di formazione, un giardino didattico e tanto altro, compreso un planetario.
Nei dintorni
a ovest:
Complesso dell’Eremo dei Camaldoli, circa 15 km a nord ovest, costruito sulla collina dei Camaldoli, il punto più alto dei Campi Flegrei, intorno alla fine del XVI sec. in forme tardo rinascimentali. Presenta un portale in pietrarsa e segni di rifacimenti barocchi. L’interno a campata unica ha sei cappelle laterali. A destra della chiesa, superando il vicino vialetto, si apre il belvedere da cui si gode una vista mozzafiato su tutta la pianura sottostante, il golfo e il Vesuvio.
Agnano Terme, circa 16 km a ovest, una frazione di Napoli, posta nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, il cui territorio fa parte dei quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta e Pianura e una piccola zona del comune di Pozzuoli. Agnano è una nota stazione termale, una delle strutture storico artistiche della città di Napoli. Nel quartiere, località del divertimento napoletano, si trovano numerose e note discoteche, centri sportivi, campi di calcio e il famoso ippodromo di Agnano in cui si svolge ogni anno il Gran premio Lotteria di Agnano. Poco lontano si trova il bosco degli Astroni, che si estende tra i rilievi craterici con l’oasi del WWF.
Pozzuoli, circa 23 km a ovest, antico borgo marinaro e termale. Le sue origini risalenti al V sec. a. C. sono dimostrate dal Serapeo, una statua della divinità Serapide, nella piazza omonima, che apparteneva al grande mercato pubblico che vi si svolgeva. In corso Terracina, è situato l’Anfiteatro Flavio, risalente al 70 d.C., uno dei più grandi dell’antichità. Il Duomo, nella via omonima, costruito su un antico tempio di epoca augustea nel XVII sec., distrutto da un incendio nel 1964, rivelò l’antica e originaria costruzione romana, un Tempio repubblicano del II sec. a.C., il Capitolium, eretto dalla prima colonia romana di Puteoli del 194 a. C.
Baia, circa 25 km a ovest, borgo turistico, frazione del comune di Bacoli, famosa per le acque termali, conosciuta come Baiae la località termale dei patrizi romani. Oggi, a causa del bradisismo e delle eruzioni vulcaniche, restano il Tempio di Diana, al di sopra della stazione della ferrovia cumana; in via Sella di Baia, l’ampio complesso degli Scavi di Baia, distribuiti su diversi livelli, con struttura complessa, costruito in tempi successivi, dal I al IV sec. Vicino al porto si intravede, nascosto dal verde, i ruderi del tempio di Venere, a forma ottagonale all’esterno e circolare all’interno
Cuma, circa 28 km a ovest, frazione del comune di Pozzuoli, a nord ovest del lago di Averno sul litorale tirrenico. È un centro archeologico di notevole interesse. La strada che porta all’area archeologica è sormontata dall’Arco Felice, di epoca domizianea, I sec., a un solo fornice; l’arco unisce le due parti del monte Grillo, tagliato dai romani per far passare la via Domiziana. Tutt’intorno si notano i resti di antiche ville romane e di tombe. Poi, a sx. sulla via Domiziana, si trova la Grotta Cocceio, massiccia galleria lunga circa 1 km, che collega Cuma al lago di Averno, più avanti si trovano gli scavi: le arcate perimetrali dell’Anfiteatro, I sec. a. C., di forma ellittica; il Sepolcro della Sibilla, ormai in degrado, quindi ciò che rimane dell’antica città sannitica - romana con il Foro; i ruderi del Tempio della Triade Capitolina, Giove, Giunone e Minerva, del IV sec. a. C.; l’Acropoli difesa da una cinta muraria; la Cripta Romana, una imponente gradinata che scende sottoterra e dopo lo spazioso ingresso si distribuisce in una lunga galleria di ben 180 m intervallata da locali, usati come serbatoi di acqua; risalendo sul piazzale, a sinistra si apre l’Antro della Sibilla Cumana , noto santuario del V sec. a. C. dove i pellegrini aspettavano i responsi, una grandiosa galleria di ben 131 m scavata nel tufo che termina con un ampio spazio rettangolare circondato da nicchie e coperto da un’ampia volta, probabilmente era il luogo deputato alle predizioni della Sibilla; il Tempio di Apollo, lungo la via sacra, si presenta con podio di epoca greca e colonne del periodo romano, nel VI sec. fu riadattato a basilica cristiana; Tempio di Giove, in cima alla collina, costruito dai greci e ricostruito in epoca augustea e riadattato come l’altro a basilica cristiana tra il V – VI sec.; la Necropoli, estesa su una vasta area, poco oltre il Sepolcro della Sibilla, le tombe più antiche risalgono al IX sec. a. C.
Bacoli, circa 29 km a ovest, cittadina turistica, situata nei Campi Flegrei, dove si trovano importanti reperti archeologici, tra cui ricordiamo: la Tomba di Agrippina, in via Agrippina, lungo la spiaggia, in realtà si tratta di un ninfeo di una villa romana; Cento Camerelle, nella via omonima, complesso impianto di conservazione dell’acqua di una villa romana; la Piscina mirabilis, nella via omonima, la più grande cisterna antica oggi visibile, poteva contenere fino a 12.000 metri cubi di acqua, divisa da 5 navate è lunga 70 m e larga 25,50 m., risale all’inizio dell’epoca augustea e serviva per rifornire d’acqua, fornita dall’acquedotto del Serino, la flotta del porto del Miseno.
a sud est:
Portici, circa 8 km a sud est, borgo medievale dove re Carlo di Borbone fece costruire la Reggia, oggi sede universitaria, con ampia facciata divisa a terrazze e due parchi uno superiore e l’altro inferiore. Il tratto Napoli - Portici, nel 1839, inaugurò la rete ferroviaria italiana.
Ercolano, circa 12 km a sud est, grosso comune dell’interland napoletano, alle pendici occidentali del Vesuvio, notevole centro archeologico, dove si trovano gli scavi dell’antica città romana, suddivisa in 5 vie principali, sommersa dal terremoto, nel 79, insieme a Pompei.
Torre Annunziata, circa 23 km a sud est, altro grosso comune, posto sulle falde sudoccidentali del Vesuvio, centro balneare e termale, dove dominano le Terme vesuviane Nunziante, utili per bagni, fanghi e inalazioni. Ricca la zona archeologica che ha portato alla luce varie costruzioni di epoca romana.
Pompei, circa 26 km a sud est, famosissimo centro archeologico, situato nella pianura che circonda il Vesuvio, sulla destra delle sponde del fiume Sarno. Di origine osca, subì la dominazione greca e quella etrusca, fino all’avvento dei sanniti nel V sec. a. C. I romani la colonizzarono nell’80 a. C. Nel 79 fu vittima della disastrosa eruzione che la seppellì sotto una coltre di cenere. Per secoli la località fu dimenticata; solo verso la metà del XVIII sec. iniziarono i primi scavi. Bisognerà però, attendere gli anni successivi all’unità d’Italia perché gli scavi riprendessero con sistematicità e restituire, attraverso varie campagne archeologiche, a studiosi e visitatori, un patrimonio architettonico – storico – culturale inestimabile. Al momento del terremoto Pompei era una cittadina con 15.000 abitanti, cinta da mura per un perimetro di circa 3 km, con 8 porte e una pianta urbana divisa in decumani e cardini. Numerose erano le botteghe, molte delle quali con annessa abitazione. Le abitazioni erano decorate da mosaici, stucchi, statue e fontane, pure da pitture alle pareti. Per la visita la città è stata divisa in 9 regioni, a loro volta suddivise in insulae, isolati, distinte con un numero d’ingresso. Gli ingressi agli scavi si trovano a Porta Nola, alla Villa dei Misteri, all’Anfiteatro, alla Porta Marina, l’accesso più usato.
Le isole:
Procida, consultare del nostro sito alla pagina: https://itinerland.it/component/content/article/52-citta/347-procida.html?Itemid=101
Capri, consultare il nostro sito alla pagina: https://itinerland.it/component/content/article/52-citta/446-capri-isola-di.html?Itemid=101
Ischia, consultare il nostro sito alla pagina: https://itinerland.it/component/content/article/52-citta/447-ischia-isola-di.html?Itemid=101
Manifestazioni
I maggiori eventi sono legati alle feste religiose, fra tutte ricordiamo: la festa di S. Gennaro, a maggio e settembre; la processione della Madonna di Piedigrotta, antica e famosa festa di settembre, ormai decaduta, che splendeva di luminarie e fuochi di artifici, si svolgeva intorno al quartiere con la sfilata dei carri e la manifestazione di canzoni napoletane, premiate dal voto popolare. L’evento canoro, intorno alla metà del secolo scorso, con il patrocinio della RAI, per oltre 20 anni, trasmesso sulla rete TV in tutte le case degli italiani, diventò il popolare “Festival della canzone napoletana”, acquistando fama internazionale.
il Maggio dei monumenti, una manifestazione culturale che si svolge nel centro storico, nel periodo di maggio, attraverso vari eventi tra cui visite guidate, concerti, attività teatrali e mostre.
Gastronomia
Si distingue una cucina ricca, in cui troviamo piatti abbondanti e goduriosi come i timballi, i sartù di riso e piatti della cucina popolare, legata all’utilizzo di prodotti poveri come cereali, legumi, verdure, insieme a pasta e fagioli, spaghetti aglio e olio, pasta e patate/ piatti a base di pesce/ pasta al ragù napoletano/ pasta col sugo alla genovese/ frittata di pasta/ zucchine alla scapece/ parmigiana di melanzane/ Babà/ sfogliatella
Da non perdere
Pizza napoletana/ Spaghetti con le vongole/ cuoppo di mare/ impepata di cozze/ baccalà alla napoletana/ gnocchi alla sorrentina/ friarielli/ casatiello/ la pastiera napoletana.
Vini
Vini rossi: Falerno del Massiccio Doc/ Piedirosso dei Campi Flegrei Doc/ Lacrima Christi del Vesuvio Doc/ Capri Doc
Vini bianchi: Ischia Doc/ Falanghina dei Campi Flegrei Doc/ Lacrima Christi del Vesuvio Doc/ Capri Doc/ Coda di Volpe dei Campi Flegrei Doc
Alberghi
Fly Boutique Hotel ***, piazza Mercato, 113 - 081 5542938
Hotel Luna Rossa ***, via G. Pica, 20 – 22; 081 5548752
Hotel Potenza ***, piazza G. Garibaldi, 120 - 081 286330
Ristoranti
Trattoria Nennella, Vico Lungo Teatro Nuovo, 103 - 105; 081 414338
La Campagnola, Via dei Tribunali, 47 - 081 459034
Trattoria Nonna Anna, Mercato della Torretta (Mergellina), via Ferdinando Galiani, 30 - 081 682844
Antica pizzeria Brandi, Salita Sant’Anna di Palazzo, 1 - 2; 081 416928
Friggitoria Vomero, via Cimarosa, 44 - 081 5783130
Parcheggi
Parcheggio multipiano, Via Shelley, 11 · 081 551 3104
Parking Bracco, Via Roberto Bracco, 34 · 081 420 1387
Parking Toledo, Via Goethe, 7 · 081 1810 0900
Parcheggio multipiano, Via Vittoria Colonna, 21 · 081 414601
Area di parcheggio, P.za Cavour, 34 · 081 454183
Parcheggio Parisi, Parcheggio multipiano, Vico S. Aniello a Caponapoli, 7/9A · 081 210891
Parcheggio pubblico, Via dei Fiorentini, 53/55 · 081 551 5894
Parking 31 - Parcheggio Napoli Chiaia, Via del Parco Margherita, 31 · 081 412160
Garage Panorama, Via Stendhal, 13 · 081 551 3339
Parcheggio Quick Morelli, Via Domenico Morelli, 61A · 081 1913 0220
Parcheggio Napoli Centrale – Parkinstation, P.za Giuseppe Garibaldi, 137 · 800 909 636
Parking del Mare, Via Alcide de Gasperi, 37-38 · 081 580 0512
Garage Napoli Chiaia, Parcheggio multipiano, Riviera di Chiaia, 212 · 081 403620
Parcheggio Buono, Calata di, Calata Piliero · 335 499 658
Urban parking | Apcoa, Piazzale dell'Immacolatella, 1 · 345 053 1528
Parcheggio Low cost Napoli Garage Rinaldi, Via San Cosmo Fuori Porta Nolana, 91 · 081 1885 8250
ANM Parcheggio Mancini, Via Pasquale Stanislao Mancini, 1 · 800 639 525
Garage Turistico, Via Alcide de Gasperi, 14 · 081 552 5442
Parking del Golfo, Via Generale Giordano Orsini, 44 · 339 482 3412
Parcheggio Brin, Via Alessandro Volta · 800 639 525