Friuli Venezia Giulia, itinerario n. 1/2019                               

Grado, Cividale, Tarcento, Gemona, Venzone       

               


Itinerario: Grado, Cividale, Tarcento, Gemona, Venzone, in due tappe.

Località: Grado, Aquileia, Cividale, Tarcento, Gemona, Venzone.        

Stagione: Primavera Estate Autunno, Tempo: 3 giorni, Lunghezza: Km. 102.

I) Grado – Cividale, Km 54, circa h.1.00. 

II) Cividale-Tarcento-Gemona-Venzone, Km 48, circa  h. 1.00
  

Partendo dal mare l’itinerario si svolge nei luoghi colpiti dal terribile terremoto del 1976 ed esempio di mirabile ricostruzione. Strade facili, normalmente ben tenute e poco battute, paesi di notevole fascino. L’itinerario si ferma a Venzone, ai piedi delle Dolomiti meno conosciute, meno abitate, ma d’indiscutibile bellezza.  Chi volesse ritornare per altra strada può proseguire, tramite SS 52 e il Passo della Mauria, per poi percorrere il Cadore e arrivare a Belluno.

 

 

 

 

Grado

 Ab. 8.222, gradesi e graisani; altezza: m. 2; provincia: Gorizia, mappa Info Turista.: Piazza Rialto, 6 - T. 391.3556327; P.S.H.: Via Fiume, 11 – T.: 0431 81818

 

È un importante centro turistico e termale, noto anche come l'Isola del Sole e, per la sua particolare storia, la Prima Venezia. In epoca romana fu il porto a servizio di Aquileia e Castrum, il primo per le navi che da lì entravano nel Natisone. All'epoca il territorio di Grado era attraversato da un'importante strada romana, la via Gallica. Grado si sviluppò attorno al 452, quando molti abitanti si rifugiarono sull'isola per sfuggire alle orde degli Unni guidati da Attila. Grado crebbe di popolazione ed acquisì un ruolo politico e religioso di primo piano, testimoniato dalla costruzione delle maestose basiliche di Santa Eufemia e di Santa Maria delle Grazie, entrambe della fine del VI secolo. L'isola lagunare venne fortificata, prese il nome di Nova Aquileia e rimase nell'ambito dei domini bizantini, mentre il resto del Friuli, Aquileia compresa, era sotto il controllo dei Longobardi. L'emergere di Venezia come centro dominante delle lagune venete segnò però il lento declino dell'isola, che fu aggravato dalla ricostruzione della città di Aquileia (a cavallo fra il IX e il X secolo) e da un rovinoso saccheggio sofferto negli anni venti del XI secolo. A partire dal XII secolo lo stesso patriarca di Grado (che nel 1451 diverrà, anche nel nome, patriarca di Venezia) trasferì la sua residenza alla basilica di San Pietro di Castello, a Venezia. Grado divenne quindi un povero paese di pescatori, e tale rimase nei secoli successivi, appartenendo al Dogado, la stretta lingua di terra che si estendeva dal delta del Po a Grado e sin quasi a Monfalcone: un insieme di lagune, barene, canali e corsi d'acqua direttamente amministrati dalla città di Venezia e che assicuravano alla Serenissima il diretto controllo di buona parte del litorale alto-adriatico, ma senza quasi penetrare nella terraferma. A inizio ‘900 risalgono le origini di Grado come stazione balneare, venne dotata dell'attuale diga con passeggiata a mare e del caratteristico porto interno. Nel 1936 Grado fu collegata alla terraferma con un ponte che pose fine al secolare isolamento dell'isola.

 

Cividale

Ab. 11.204, cividalesi; altezza: m. 135; provincia: Udine, mappa Info Turista.: Via Alessandro Manzoni, 12- T. 0432 732401; P.S.H.: Via S. Chiara, 2, 33043– T.: 0432 708231             

La presenza umana nella zona dove oggi sorge Cividale risale a epoche piuttosto antiche, come attestato dalle stazioni preistoriche del Paleolitico e del Neolitico trovate appena fuori della città; a esse si aggiungono abbondanti testimonianze dell'Età del Ferro e della presenza veneta e celtica risalenti sino al IV secolo a.C. La strategica posizione di questo primitivo insediamento indusse i Romani a stabilirvisi, fondando forse alla metà del II secolo a.C. un castrum, di ovvia natura militare successivamente la località fu capitale della Regio X Venetia et Histria allorché Attila rase al suolo Aquileia nel V secolo. I Longobardi la elessero a capitale del primo ducato longobardo in Italia e ponendovi duca il proprio nipote Gisulfo. Ribattezzata la propria capitale Civitas Austriae, ossia "Città dell'Austria" (da cui il nome moderno), i longobardi vi eressero edifici imponenti e prestigiosi e nei dintorni fondarono strutture fortificate. Nel 737, il patriarca di Aquileia Callisto decise di trasferire qui la propria sede, così come già fece il vescovo di Zuglio che venne scacciato dallo stesso Callisto. La città ebbe così aumentato il suo ruolo anche grazie a quest'importante presenza ecclesiastica; già pochi decenni più tardi, nel 796, qui si tenne il concilio che riconfermò l'indissolubilità del matrimonio. Cividale rimase il massimo centro politico e commerciale di tutto il Friuli, rivaleggiando dal XIII secolo con Udine, la quale era in forte ascesa grazie a una più congeniale posizione geografica.  Nel 1419, Venezia invase la regione. Cividale si diede per prima alla Serenissima, stipulando una solenne pace e una contestuale alleanza. Nel 1797 con il trattato di Campoformido tra Napoleone e l'Austria Cividale passò all'Impero asburgico; dopo il breve periodo in cui fece parte del napoleonico Regno d'Italia, essa fu riassegnata all'Austria dal Congresso di Vienna (1815). Fra il 1848 ed il 1866 vi fu la presenza di un vivace movimento risorgimentale; nel 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, fu annessa al Regno d'Italia col Veneto e il Friuli.  Durante la Prima guerra mondiale, Cividale ospitò il comando della II Armata e rimase danneggiata da bombardamenti aerei; occupata dagli austro-tedeschi in seguito alla disfatta di Caporetto, la città venne riconquistata dagli italiani alla fine di ottobre 1918 dopo la vittoria sul Piave.

Per visitare il centro strorico conviene lasciare l’auto nei parcheggi esistenti, subito fuori dal centro, e continuare a piedi. 

 

Tarcento

Ab. 9.010, tarcentini; altezza: m. 230; provincia: Udine, mappa Info Turista.: Via Alfonso Morgante, 27- T. 347 244 1622; P.S.H.: Piazzale Rodolone, 1,  Gemona (10 km, 15 min.) – T.: 0432 9891. 

I primi documenti che riportano il nome di Tarcento risalgono al XII secolo, ma la città vanta origini molto più antiche: popolazioni paleolitiche alle quali si sono succeduti insediamenti preistorici, quindi celtici, e poi naturalmente la colonizzazione dei Romani.  La prima citazione del nome è del 1126, quando Tarcento era feudo dei Machland, provenienti da Perg (Austria). La famiglia fece erigere due manieri, entrambi sul colle di Coia: il superiore, quello di S. Lorenzo, e l'inferiore, di cui rimane un torrione che domina il paese. Nel 1281 il Patriarca di Aquileia Raimondo della Torre assegnò il feudo al nobile Artico di Castel Porpetto. Tarcento rimase così sotto la giurisdizione dei Castel di Porpetto fino all'avvento di Napoleone (1797). Nel 1866 la cittadina fu annessa al Regno d'Italia, diventando capoluogo mandamentale. Durante la Belle Epoque fu una meta di villeggiatura. Ancora oggi si possono ammirare numerose ville in stile Liberty. Nel 1976 fu devastato dai terremoti del 6 maggio e del 15 settembre, che provocarono enormi crolli e danni. Molti crolli furono favoriti dall'età avanzata degli edifici, che erano stati risparmiati dalle devastazioni delle guerre mondiali. Dopo il terremoto venne riedificato completamente con criteri antisismici.

Gemona


Ab. 10.896, gemonesi; altezza: m. 272; provincia: Udine, mappa  Info Turista.: Via Giuseppe Bini, 9- T. 0432 981441; P.S.H.: Piazzale Rodolone, 1,  – T.: 0432 9891.

 

È il comune più importante di un territorio che prende il nome di "Gemonese", alle pendici delle Prealpi Giulie, comprendente i comuni di Artegna, Bordano, Buja, Montenars, Osoppo, Trasaghis e Venzone.  Nel 611 era considerato un castello inespugnabile. Gemona era uno dei punti di passaggio obbligati e più importanti della strada che dall'Adriatico si dirigeva verso i valichi alpini nord-orientali. La pianura dove oggi sono sviluppati gran parte degli insediamenti urbani una volta era dominata dalle paludi del fiume Tagliamento e il percorso più sicuro e obbligato era quello che prevedeva il passaggio per l'odierno centro storico per poi proseguire verso l'alto Friuli. I primi insediamenti celtici possono essere catalogati attorno al 500 a.C. nell'attuale borgata che oggi prende il nome di Godo. È proprio lì che tutt'oggi è ancora presente la fontana Silans (Silans in latino significa proprio fonte) che conferma ancor di più che anche in epoca romanica la via Julia Augusta attraversava questi territori, tesi avvalorata inoltre dai numerosi reperti archeologici che sono stati rinvenuti in quell'area.  Nella seconda metà del XII secolo fu libero comune, con propri statuti, mentre nel XIII e XIV secolo fu importante centro di traffici commerciali sotto il Patriarcato di Aquileia: con l'istituto del Niederlech ("scarico"), si imponeva infatti ai mercanti in transito di depositare le merci e pagarvi un dazio e di trascorrere la notte in città. La prosperità ne fece anche un centro di primaria importanza, arricchito da chiese e dimore signorili, con cinta muraria protetta da un castello.  Dopo la diminuzione dei traffici a seguito della conquista da parte della Repubblica di Venezia nel 1420 la cittadina ebbe un lungo periodo di declino, fino alla ripresa nella seconda metà del XX secolo.  Nel 1976 fu devastata dai terremoti del 6 maggio (più di 900 morti) e del 15 settembre, che provocarono il crollo di una parte del duomo, punto di riferimento per l'intera città, e del castello. Molti crolli furono favoriti dall'età avanzata degli edifici, che erano stati risparmiati dalle devastazioni delle guerre mondiali. Dopo il terremoto venne riedificata completamente con criteri antisismici.

 

 

Venzone

Ab. 2.031, venzonesi; altezza: m. 230; provincia: Udine, mappa Info Turista.: Via Via G. di, Via Mels, 5/4 - T. 0432 985034; P.S.H.: Piazzale Rodolone, 1,  Gemona (9 km, 15 min.) – T.: 0432 9891.

È iscritto al club privato borghi più belli d'Italia, e nel 2017 è stato eletto "Borgo dei borghi 2017" durante la trasmissione di Rai 3 "Alle falde del Kilimangiaro". Sorge a sinistra del fiume Tagliamento, sull’antica strada che un tempo portava al Nord, ed è stato dichiarato il “villaggio ideale dove è bello vivere”.
Il nome di Venzone viene citato per la prima volta nel 923. È comunque del 1001 il primo documento ufficiale nel quale viene menzionata la città di Venzone. Si tratta di un diploma dell'imperatore Ottone III con il quale si concedeva al Patriarca d'Aquileia l'erbatico del Canal del Ferro intendendo con ciò un'ampia zona, di grande valore, coperta di erba, contrariamente alla pianura friulana che in quei tempi contava quasi esclusivamente boschi e paludi. Nel 1258 iniziò la costruzione delle fortificazioni: una doppia cinta muraria circondata da un profondo fossato in cui scorresse l'acqua del torrente; la pianta è di forma esagonale con lati ineguali. Le mura, alte 8 metri e larghe 1,5 erano robustamente ancorate ad un sistema di 15 torri. Nel 1381 divenne libera comunità avente voce nel parlamento friulano. Nel 1420 sotto il doge Tommaso di Mocenigo passò a far parte, come tutto il Friuli (escluso il Goriziano), della Repubblica di Venezia. In quel periodo Venzone raggiunse il suo massimo splendore e i suoi abitanti superavano il numero di 2000. Fu questo, però, anche il periodo in cui iniziò il suo decadimento accelerato dalle incursioni dei turchi. Nel Cinquecento, quando divenne sede di continui soggiorni regali, venne invasa alternativamente dai tedeschi e riconquistata dai veneti. Nel 1866, in seguito alla terza guerra di indipendenza e al successivo voto plebiscitario, la cittadina fu unita all'Italia. Nel 1965 il Ministero della Pubblica Istruzione ha proclamato la cittadina monumento nazionale riconoscendone così l'importanza storico-artistica. Anche a causa dell'età avanzata della maggior parte degli edifici, che non avevano subito danni nel corso dei due conflitti mondiali, venne quasi completamente rasa al suolo dal sisma che nel 1976 ha sconvolto il Friuli, ma grazie agli aiuti giunti da tutto il mondo e alla tenacia dei suoi abitanti il paese è risorto ed è oggi un modello della ricostruzione avvenuta in Friuli a seguito del terremoto. Infatti, è l’unica realtà rimasta nel Friuli di cittadina fortificata del Trecento.

Tra le attrattive da non perdere le imponenti mura medievali e il Duomo, dedicato a Sant'Andrea Apostolo, eretto su una preesistente chiesa nel 1308. Il Municipio, invece, è un importante esempio di palazzo gotico-veneziano. Da visitare anche la misteriosa Cripta della Cappella cimiteriale di San Michele, risalente al XIII secolo, situata nel Sagrato del Duomo di Sant’Andrea apostolo, dove si trovano anche le Mummie di Venzone, 5 corpi la cui storia risale al 1647. Passeggiare per le strade del suo centro è come essere sospesi nel tempo.