Marche, itinerario n. 3/2019

 

Dalla Marca fermana al territorio dei Piceni, attraverso la provincia maceratese e i monti Sibillini        

                                


Itinerario: Fermo, Macerata, i Sibillini, Ascoli Piceno in 3 tappe.

Località: Fermo - Macerata - Tolentino – Camerino - San Ginesio – Sarnano – Amandola - Montefortino – Montemonaco – Montegallo – Ascoli Piceno.

Stagione: primavera, estate, Tempo: tre giorni. Lunghezza: Km. 220.

I) Fermo - Macerata - Tolentino, km 65, circa h 1,15’

II) Tolentino - Camerino -  San Ginesio - Sarnano, km 80, circa h 1,30’

III) Sarnano - Amandola - Montefortino - Montemonaco - Montegallo - Ascoli Piceno, Km 75, circa h 2,00’

 
Non poteva che cominciare dalla costa, propizia e profumata, questo avvincente e per certi versi struggente itinerario nelle terre marchigiane. Il percorso parte dal territorio fermano, fra colli e piccoli borghi, continua nella provincia maceratese, tra verdi distese di colline, punteggiate da abitazioni sparse sui poderi e da piccoli centri che si estendono in alto, si inerpica per colline e montagne per raggiungere i magici Sibillini e poi toccare la terra dei piceni. Fermo, dunque, è la prima città da cui inizia questo viaggio, situata in alto su una costa che divide le valli dei fiumi Tenna ed Ete, fornisce scorci panoramici davvero esaltanti dalla sua terrazza chiamata Girfalco, da cui si possono ammirare la porticata Piazza del Popolo insieme ad altri importanti edifici medievali che tuttora confermano l’importanza dell’antica Marca fermana. Proseguendo sulla Statale, immersa in un’atmosfera profumata e pungente, appare, imponente e solenne, Macerata. La città esibisce uno charme garbato, quasi di altri tempi tra botteghe, aperte da 100 anni, come Marangoni che offre praline, tartufini e frutta ricoperta da cioccolato e interessanti iniziative moderne, come quella de “Il biglietto Unico”, offerta da maceratamusei.it a 10 euro o il coupon “Gustamuseo”, offerto dai ristoranti convenzionati (macerata.comune.it). Nel famoso centro storico si respira tanta vitalità, i punti di incontro sono variegati e tra bistrot e ristoranti non si fatica a fare tardi. Riprendendo il viaggio, sulla SP 77, si giunge a Tolentino, meravigliosa cittadina  situata al centro della vallata del Chienti, a 60 km con l'innesto della Flaminia in direzione ovest (Roma) e a 40 km con l'innesto dell'Autostrada Bologna-Taranto (A14), è la cerniera tra la costa e la zona montana, che si comincia a intravedere quando, dopo qualche chilometro, si giunge a Camerino, città posta in una suggestiva posizione su di un colle al centro della zona montana della provincia di Macerata, chiusa a sud dal massiccio dei Monti Sibillini e a nord dal Monte San Vicino. Il territorio è caratterizzato per la maggior parte da un paesaggio collinare, con una gradevole alternanza di campi coltivati, piccoli boschi e querce secolari. Camerino esprimeva un fascino austero e una certa eleganza, grazie alla fitta trama dei suoi edifici in grigia arenaria e alla sua antica università. Oggi, dopo il terremoto dell’ottobre 2016, è diventata una città che non si può vedere, a causa delle rovine ancora ammassate, con l’esercito per le strade, ferita dal sisma. Da lontano sembra tutto a posto, ma quando si prova a salire verso il centro si trova lo sbarramento militare. Non è possibile proseguire. Stop! Alt, zona rossa! Ciò nonostante abbiamo voluto proporre questa tappa, con l’intenzione di far ascoltare a tutti i viaggiatori il fragoroso silenzio che domina il luogo e, in un certo senso, denunciare i ritardi accumulati nella ricostruzione e ricordare. Proseguendo sulla SP 78 si raggiunge San Ginesio, chiamata “il balcone dei Sibillini” per gli infiniti panorami che si aprono sul territorio tutt’intorno. La cittadina conserva ancora l’aspetto medievale, circondata, dalla cinta muraria ancora visibile, nonostante i gravi danneggiamenti subiti dopo il terremoto dell’agosto-ottobre 2016. Quindi, si giunge a Sarnano, la quale con il suo territorio prevalentemente collinare spazia tra valli, boschi e campi coltivati, unisce alla moderna stazione termale lo splendido e medievale centro cittadino. Dopo alcuni chilometri si intravede Amandola, attrezzata stazione turistica, caratterizzata a nord e a sud da elevate e boscose colline, con valli solcate da numerosi torrenti, sullo sfondo dei Monti Sibillini, le cui cime superano frequentemente i 2000 m. di altitudine. Monti che stanno a cavallo tra Marche e Umbria, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia e ospitano l'omonimo Parco nazionale dei Monti Sibillini, un’area naturale protetta che tutela il massiccio montuoso omonimo, il quale si estende su un terreno prevalentemente montagnoso. Ora, procedendo sulla SP 89, affrontando un percorso altimetrico importante, si incrociano dei borghi meravigliosi, incastonati nel verde dei boschi e dei declivi naturali, che aprono la strada a luoghi di una bellezza inesprimibile che resterà indelebile nell’animo di ogni viaggiatore. Prima Montefortino, abbracciato dall'anfiteatro dei Monti Sibillini cui se ne scorgono in ampi panorami i più alti picchi: dal Monte Vettore a sud, al Monte Sibilla, al Monte Priora (tutti oltre i 2000 metri d'altitudine), fino al Monte Amandola e in lontananza, verso nord, il Pizzo di Meta. Tutto il resto del borgo è un susseguirsi di colline solcate da molteplici ruscelli e torrenti. Da non perdere le visite: al Santuario della Madonna dell’Ambro, situato lungo il corso del fiume Ambro che scava le sue Gole denominate dell’Infernaccetto, tra il Monte Priora e il Monte Amandola; alle Gole dell’Infernaccio, situate più a nord. Ancora a qualche chilometro, spunta il caratteristico centro di Montemonaco, comune di appena 568 abitanti, situato su un pianoro prospicente Monte Zampa e Monte Sibilla, accessibile in ascensione a chi ha buone gambe e dispone di sufficiente fiato. Da vedere, in questo scenario di inimmaginabile bellezza: il lago di Pilato, chiamato anche il “lago degli occhiali” per la curiosa immagine che mostra durante l’estate; le frazioni di Rocca e Vallegrascia i cui rispettivi abitati conservano, quasi inalterato, l’antico e medievale impianto a pietra tufacea e a faccia vista. Proseguendo ancora, sempre sulla SP 89, si sale a Montegallo, comune sparso di 504 anime, a 870 m s.l.m., per abbracciare il Monte Vettore. L’atmosfera che si respira tutt’intorno a queste contrade è magica, pur se il disastro provocato dal terremoto del 2016, rimane profondamente segnato. A pochi chilometri, dove la valle del Tronto si allarga, si raggiunge Ascoli Piceno, a 28 Km dal mare Adriatico, a ridosso del Monte Ascensione e della Montagna dei Fiori, chiamata pure Montagna d’Ascoli, per la vicinanza alla città. Ascoli, la città delle cento torri, piccola e insieme grande, come la sorella Urbino, sorge su una conca collinare che le fa da cornice, da cui si può rimirare la fitta rete geometrica delle strette “rue”, e la trama di alte case–torri gentilizie, testimonianza dell’età medievale, da cui si aprono le splendide piazze che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Piccola come appare, Ascoli deve essere scoperta a piedi, rigorosamente, per meglio saggiare lo spirito di questi luoghi e sentire il conforto che queste mura concedono a ogni viaggiatore.        

 

Fermo


Ab. 37.238, fermani; altezza: m. 319; provincia: Fermo, mappa Info Turista.: Via Lungomare Fermano, 8 - T. 0734 642428; P.S.H.: via A.  Murri, 189 – T.: 0734 6252261

 

Area culturale villanoviana, nel III sec. Fermo era già una colonia romana. Annessa al regno longobardo, poi al regno dei Franchi, divenne il centro e il capoluogo della Marca fermana. Libero comune alla fine del XII secolo subì i conflitti e l'avvicendamento di diverse signorie, finché diventò dominio della Chiesa.                                                 

La città sorge in cima e lungo le pendici del Colle Sabulo, oggi dominato dalla Cattedrale di S. Maria Assunta, si presenta divisa in due parti, una costruita intorno e sulla sommità del colle Sabulo, considerata la parte storica medievale, e l’altra, la parte nuova. Benché sia situata a 6 Km dal mare, al territorio di Fermo appartengono 3 km di litorale a sud di Porto San Giorgio (località Marina Palmense) e 4 km di litorale a nord (località Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso). Il centro storico è delimitato da una cinta muraria quattrocentesca, di epoca sforzesca, in parte ancora visibile, munita di torri rompitratta e porte di accesso.

 

Macerata


Ab. 41.776, maceratesi; altezza: m. 315; provincia: Macerata, mappa  Info Turista.: Corso della Repubblica, 32 - T. 0733 234807; P.S.H.: Via Santa Lucia, 2 – T.: 0733 2571

Sito di epoca preromana, prima municipio romano col nome  di Ricina, nel 205  fu elevata a colonia  dall’imperatore Settimio Severo che la ribattezzò col nome di Helvia Recina Pertinax, in onore del suo predecessore Publio Elio Pertinace. Nel V o VI secolo a causa delle invasioni dei Goti  la maggior parte degli abitanti fu costretta a fuggire e a  spostarsi sulle colline, creando il centro medievale dell’attuale Macerata. All’inizio del XII sec. diventò libero Comune, successivamente passò sotto le signorie dei Molucci, dei da Varano di Camerino, degli Sforza, fino alla sottomissione allo Stato Pontificio.                                                                      Macerata si erge, a 315 metri s.l.m., su un colle, tra la vallata del fiume Potenza a nord e quella del fiume Chienti a sud; è situata a 30 km a ovest del mare Adriatico e a circa 60 km dall'Appennino umbro-marchigiano     

 

 

Tolentino


Ab. 19.409, tolentinati; altezza: m. 228; provincia: Macerata, mappa   Info Turista.: Piazza della Libertà, - T. 0733 234807; P.S.: C.R.I. Via Terme Santa Lucia, 60– T.: 0733 969600

 

Fiorente insediamento di piceni, poi colonia e municipio romano, intorno al XI sec. diventò libero comune, conteso da diverse signorie locali e dalla Chiesa, fino alla sottomissione a Papa Eugenio IV, nel 1445. Nel 1585 papa Sisto V elevò Tolentino al grado di città e diocesi.                                                                                

Tolentino si trova al centro della vallata del Chienti, cerniera tra la costa e il territorio montano, a 60 km dalla diramazione con la Flaminia in direzione ovest (Roma) e a 40 km con l'innesto dell'Autostrada Bologna-Taranto (A14). Per questo motivo e per una fitta rete viaria, fra cui la SS 77 e la superstrada parallela, rappresenta uno snodo di un certo rilievo grazie al quale sono facilmente raggiungibili le località sciistiche dei monti Sibillini per il soggiorno montano e le località balneari della costa. La città ha subito molti crolli dopo le scosse del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre del terremoto del Centro Italia del 2016.

 

 

Camerino                                                                                   

Ab. 6.956, camerinesi/camerti; altezza: m. 661 s.l.m. ; provincia: Macerata, mappa  Info Turista.: Corso V. Emanuele II, 21 - T. 345 8855294 ; P.S.H.: Località Caselle – T.: 0737 6391

Territorio occupato da un piccolo popolo, gli Umbri Camerti, che fondò Cameria o Camerta. Nel 309 a.C. la città si alleò con i romani. Durante il periodo imperiale ebbe pace e benessere. Sconfitti i Goti nel 552, Camerino diventò possedimento Bizantino fino al 592, poi fu il turno dei Longobardi che, arrivati dall’Umbria, nel 601 vi costituirono il marchesato a cui seguì il ducato. Già nel 1000, Camerino fu un comune fiorente ed indipendente, inizialmente ghibellino, divenne in seguito roccaforte guelfa e sede della legazione pontificia (1240), per cui nel 1259 fu distrutta dalle truppe imperiali, mentre la popolazione trovava la salvezza abbandonava la città. Attorno al 1262 i fuoriusciti rientrarono e posero a loro capo  alcuni signori tra cui Gentile I da Varano.  Nel 1382, a difesa del territorio di Camerino, Giovanni Da Varano, fece costruire una barriera lunga dodici chilometri costituita da torri, fossi e sbarramenti con grossi tronchi tagliati che prese il nome di "Intagliata". Nel 1502 arrivarono i Borgia che si sbarazzarono dei Da Varano ed eressero la Rocca dei Borgia a controllo del territorio. Durante questo periodo la città raggiunse una certa prosperità economica. Dal 1545 Camerino passò sotto il diretto controllo pontificio. L’occupazione napoleonica, l’invasione austriaca che ne seguì e un grave terremoto, 28 luglio 1799, sconvolsero e desolarono tutto il territorio camerinese. Successivamente, Camerino partecipò alle lotte nazionali in tutto il periodo risorgimentale e nel 1849 ebbe un governo provvisorio. Con l'annessione della città al Regno d'Italia, espressa con un plebiscito del 4 e 5 novembre 1860, non fu più capoluogo di provincia, ma riuscì a mantenere l’apertura della sua Università.

Alcune violente scosse sismiche, nel settembre 1997, con epicentro localizzato nell'Appennino umbro-marchigiano hanno creato numerosi danni anche alla città di Camerino. Abitazioni e chiese, tra cui il Duomo e Santa Maria in Via, hanno subito danni, tuttavia dopo i vari restauri diverse di esse sono tornata agibili. 19 anni dopo, a lavori di ricostruzione ormai completati, una nuova serie, ancor più violenta, di eventi sismici, noti come "terremoto del Centro Italia", ha colpito la città. La notte del 24 agosto 2016 una forte e lunga scossa ha procurato gravi danni e la chiusura per inagibilità di tutte le principali chiese; anche alcuni edifici privati, principalmente nel centro storico, poi  la sera del 26 ottobre un’altra scossa, con epicentro nei pressi di Ussita, ha causato crolli e danneggiamenti a quasi tutti gli edifici del centro storico. Il crollo più notevole è stato quello del campanile di Santa Maria in Via. La mattina del 30 ottobre un’ulteriore violenta scossa con epicentro presso Norcia ha causato ulteriori crolli e devastazioni. Oggi, a distanza di più di due anni, i camerinesi attendono ancora la ricostruzione delle loro case e il ripristino della loro vita tranquilla.

  

San Ginesio


Ab. 3.376, ginesini; altezza: m. 680 s.l.m.; provincia: Macerata, mappa Info Turista.: Via Piave, 12 - T. 0733 656890; P.S.: Piazzale Vincenzo Gioberti, 1 – T.: 0733 654811

Territorio abitato fin dall’epoca romana, la sua fondazione sembra risalire al VI sec. La città fu soggetta alle scorrerie di Goti, Longobardi, Franchi e Normanni nella loro espansione verso la Marca Fermana. Diventò libero comune nel XIII sec., contesa dalle potenti Signorie del luogo fino a quando passò sotto il dominio della Chiesa. 

Un borgo grazioso, sito sulla SS 78 che allaccia il territorio maceratese e i Monti Sibillini, il cui panorama, per la sua elevata posizione, spazia dal Conero all’Appennino, riconosciuto come “il balcone dei Sibillini”. A causa dello sciame sismico avvenuto nel 2016, in agosto e successive repliche il 26 e 30 ottobre, il paese è stato profondamente danneggiato.

 

 

Sarnano


Ab. 3.220, sarnanesi; altezza: m. 539 s.l.m.; provincia: Macerata,  mappa   Info Turista.: Via Piave, 12 - T. 0733 656890; P.S.: Piazzale Vincenzo Gioberti, 1 – T.: 0733 654811

Sarnano sorge ai piedi dei Monti Sibillini, è situata su un colle alla destra del torrente Tennacola, su una lingua di terra racchiusa tra quest'ultimo e il suo affluente, il Rio Terro.

Nel 2016 il terremoto, per tre volte in due mesi e la mattina di domenica 30 ottobre, ha provocato danni alla la città e al suo territorio. Gran parte delle frazioni sono state devastate. Le scuole sono rimaste inagibili, i palazzi storici sono stati fortemente lesionati, la splendida Abbazia di Piobbico parzialmente distrutta.

La zona era abitata dagli Umbri e dai Piceni, colonia romana, occupata dai Goti, Longobardi e Franchi, dopo la caduta dell’Impero Romano. A questo periodo risale la costruzione del castrum che diventerà il borgo di Sarnano. Divenne comune autonomo nel XIII sec., successivamente, passando per i conflitti tra guelfi e ghibellini, venne sottomessa dalla Chiesa e restituita ai Signori di Brunforte.

 

Amandola 

                                

Ab. 3.569, amandolesi; altezza: m. 500 s.l.m.; provincia: Fermo, mappa Info Turista.: Piazza Risorgimento 17 - T. 0736.840731; P.S.H: Largo Plebani, 6 – T.: 0736  8491

Sorge sopra tre colli dell'alta valle del Tenna, è situata a circa 10 km dalla cima del monte Castelmanardo (1917 m s.l.m.), che appartiene alla catena dei Monti Sibillini.

La città ebbe origine nel 1248 dall'unione dei tre castelli su cui orge, Agello, Leone e Marrubbione, i quali già autonomi, si costituirono in libero comune. Nel 1265 edificò una cinta muraria perimetrale con 5 porte: di cui rimangono i resti rimaneggiati della sola Porta San Giacomo. Subì i conflitti tra le signorie, Varano, Sforza, Borgia, Malatesta, fino al XVI sec. quando, cadde sotto il dominio pontificio che ristabilì l pace con i comuni vicini.

 

Montemonaco

Comune di 568 abitanti, montemonachesi, a circa 16 Km da Amandola, in provincia di Ascoli Piceno, a 988 m s.l.m., situato su un pianoro prospicente Monte Zampa e Monte Sibilla, della catena dei Sibillini. Il territorio comunale ricade per la maggior parte all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.  

 da vedere

- Torrioni delle mura del castello, in cui sorge un grande belvedere, oggi Parco Montiguarnieri, da cui si gode l’ampia e stupefacente vista panoramica dei monti Vettore e Banditello.

- Lago di Pilato, vicino al confine umbro, unico lago naturale delle Marche, unico lago di tipo alpino presenti sull’Appenino, situato tra le suggestive pareti sotto la vetta del Monte Vettore.

 - Rocca, frazione di Montemonaco, a circa 6 km., conserva un vasto complesso di edifici del 500, costruiti con materiale in pietra serena e pietra tufacea.

 - Vallegrascia, frazione di Montemonaco, si trova lungo l’antico sentiero dei mietitori, risale al XV sec. le costruzioni confermano l’impianto a pietra tufacea e a faccia vista, conferendo all’abitato una particolare qualità architettonica.

 

Montegallo

Comune sparso di 504 abitanti, montegallesi, a circa 20 Km da Amandola, in provincia di Ascoli Piceno, a 870 m s.l.m., sorge ai piedi del Monte Vettore, con sede nella frazione di Balzo, fa parte della comunità montana del Tronto, compromesso notevolmente dal terremoto del 2016. Il borgo ha subito notevoli danni e la popolazione è stata evacuata. Tuttavia gode di bellezze naturali infinite e di un patrimonio artistico interessante seppur devastato dal sisma, tra cui la Chiesa di Santa Maria in Pantano.  

da vedere

   -  La Chiesa di Santa Maria in Lapide, invece ha resistito, eretta intorno all’VII-IX sec., integralmente ricostruita in vari momenti dal XVI al XX sec.

 

Ascoli Piceno

 
Ab. 40.723, ascolani; altezza: m. 154 s.l.m.; provincia: Asoli Piceno, mappa  Info Turista.: Piazza Arringo - T. 0736 252391; P.S.H: Largo Plebani, 6 via degli Iris – T.: 0736  358111

 

La zona era già abitata in epoca neolitica e secondo la tradizione venne fondata da un gruppo di sabini, i quali, fondendosi con altre popolazioni locali, diedero origine ai Piceni, che fondarono Ascoli, diversi secoli prima della fondazione di Roma. Nel 286 a.C. fu conquistata dai romani poi, nel 299 a.C., loro alleata. Sotto Cesare diventò una fiorente città commerciale. Sotto la dominazione dei Longobardi, nel 578, fece parte del ducato di Spoleto e nell’VIII sec. fu annessa al dominio papale. Nel XII sec., diventò libero comune e durante il periodo medievale ebbe un fiorente sviluppo. Fu soggetta, per poco tempo, alla Signoria dei Malatesta per poi vivere pacificamente sotto il potere pontificio, fino all’unità d’Italia.        

Sorge nella zona di confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, circondato per tre lati da montagne. Il suo centro storico è unico, costruito quasi interamente in travertino e conserva numerosi torri gentilizie e campanarie, che danno ad Ascoli la denominazione di città dalle cento torri. Il centro storico è uno dei più estesi a livello nazionale e presenta innumerevoli ricchezze architettoniche e due importanti piazze, Piazza del Popolo e Piazza dell’Arringo fulcri principali della città. Tutto contribuisce a caratterizzare il centro storico, non solo le piazze, anche le strade e i vicoli, le Porte, i ponti che conservano incontaminata l’antica struttura medievale.