Lombardia, itinerario n. 2/2019                               

L’antico sito industriale, tessile - cotoniero lombardo, e le meraviglie artistiche dell’ultima parte della pianura del Ticino.

 

Map Lomb.iti.2

 

Itinerario: da Crespi d’Adda a Vigevano in due tappe.

Località: Crespi d’Adda, Pavia, Certosa di Pavia, Vigevano        

Stagione: Primavera - Autunno, Tempo: 2 giorni, Lunghezza: Km. 125.

 

I) Crespi d’Adda – Certosa di Pavia, 75 km, h.1.00.

II) Certosa di Pavia – Pavia - Vigevano, 50 km, h. 1.00

 

 

Piccolo ma denso, itinerario che unisce l’archeologia industriale (Crespi) alla magnifica architettura della Certosa di Pavia e alla splendida Pavia per terminare nella deliziosa Vigevano.

 

 

 

 

 

Crespi d’Adda frazione di Capriate S. Gervasio


Crespi d’Adda è un villaggio operaio, per le maestranze operanti nel settore tessile cotoniero, sorto per opera di Cristoforo Benigno Crespi a partire dal 1875 e passato poi nelle mani del figlio.  Per l'eccezionale stato di conservazione del suo patrimonio storico e architettonico, nel 1995, fu riconosciuto patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. È infatti il villaggio operaio meglio conservato dell'Europa meridionale.  L'ambizioso progetto di Crespi prevedeva di affiancare agli stabilimenti (cotonifici) - similmente a quanto già accadeva nell'Inghilterra della rivoluzione industriale - un vero e proprio villaggio che ospitasse alcuni operai della fabbrica e le loro famiglie. Il neonato insediamento fu dotato di ogni struttura necessaria: oltre alle casette delle famiglie operaie (complete di giardino e orto) e alle ville per i dirigenti (che furono costruite in seguito), il villaggio era dotato di chiesa (copia in scala ridotta del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio), scuola, cimitero, ospedale proprio davanti alla fabbrica, campo sportivo, teatro, stazione dei pompieri e di altre strutture comunitarie. Crespi d'Adda assunse la sua forma finale intorno agli anni 1920 e ancora oggi è riconoscibile il suo impianto geometricamente regolare attraversato dalla strada principale che collega il villaggio a Capriate San Gervasio. La fabbrica, gli uffici e la casa padronale sono situati sul lato della strada verso il fiume, mentre gran parte degli altri edifici sono dislocati sul lato opposto in una griglia scandita da tre strade parallele alla principale.  Il villaggio rimase di proprietà di un'unica azienda fino agli anni 1970, quando diversi edifici, soprattutto residenziali, furono venduti ad altri privati. In questo periodo si registrò un calo dell'attività industriale dovuto, tra le altre cose, allo spopolamento del villaggio operaio. Agli inizi degli anni ’90 fu costituita la Consulta per Crespi. Il 5 dicembre 1995 il "Villaggio operaio di Crespi" è entrato a far parte della Lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. È uno degli esempi meglio conservati di villaggio operaio industriale che esistano al mondo. Contrariamente a siti analoghi, lo stabilimento è stato funzionante fino al dicembre 2003 e le case sono tuttora abitate.

 

Certosa di Pavia (monumento)


La Certosa di Pavia  - Monastero di Santa Maria delle Grazie è un complesso monumentale storico che comprende un monastero e un santuario. Si trova nel comune omonimo di Certosa di Pavia, località distante circa otto chilometri a nord del capoluogo di provincia.

Edificato alla fine del XIV secolo per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, in adempimento al voto della consorte Caterina, dai migliori artisti dell'epoca, è il Mausoleo sepolcrale della dinastia milanese. Completato intorno alla fine del 1400, in circa 50 anni, assomma in sé diversi stili, dal tardo-gotico italiano al rinascimentale. Il santuario desta meraviglia per la sua facciata di marmo bianco con richiami di rosa e verde, ricco di sculture e decorazioni. L'interno appare uno spicchio di cielo dove si vedono, sul soffitto dipinto di cobalto, migliaia di stelle colorate di oro, mentre nel Chiostro Piccolo  e nel Grande, sembra di procedere sospesi, lontano nel tempo. Originariamente affidato alla comunità certosina, poi a quella cistercense e, per un breve periodo, anche a quella benedettina. Dopo l'unificazione del Regno d'Italia la Certosa fu dichiarata nel 1866 monumento nazionale e acquisita tra le proprietà del demanio dello Stato italiano, così come tutti i beni artistici ed ecclesiastici in essa contenuti; dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense.

La visita è libera (consultare gli orari).  I monaci organizzano visite guidate a gruppi (consigliate). È presente all’interno, oltre un piccolo museo, anche un punto vendita dei prodotti dell’abbazia.

Per la ricettività alberghiera e di ristorazione, si vedano i riferimenti della città di Pavia.

 

Pavia

Ab. 73.480, pavesi; altezza: m. 77; provincia: Pavia  mappa Info Turista.: Palazzo del Broletto - Via del Comune 18: - T. 0382.399790; P.S.H.: policlinico San Matteo Str. Privata Campeggi– T.: 0382 5011                                          

L’antica Ticinum fu fondata dai Romani, cui si deve la pianta della città, rimasta intatta fino a oggi, a castrum romano. Il 476 d.C. con la morte di Oreste, rifugiatosi entro le mura fortificate della città, e la deposizione del figlio Romolo Augustolo, causate da Odoacre, segna la caduta dell’Impero romano d’Occidente. La città ebbe grande sviluppo sotto Teodorico, di cui fu una delle residenze. Saccheggiata più volte dai barbari, venne conquistata dai Longobardi nel 572 che ne fecero la capitale del loro regno e sede del governo, col nome di Papia, fino all’XI sec. Nel 774, venne conquistata da Carlo Magno. Durante le guerre tra l'imperatore tedesco Federico Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, Pavia (con Como) fu fedele all'esercito imperiale, per poi perdere gradualmente importanza dal punto di vista politico. Conquistata dai Visconti nel 1359, divenne la sede della corte di Galeazzo II prima e di Gian Galeazzo che ne fecero un centro culturale e artistico e costruirono l’Università e la Certosa, come pantheon. Nel Cinquecento, nella famosa battaglia di Pavia, combattuta il 24 febbraio 1525 i Francesi vengono sconfitti dagli Imperiali spagnoli. Legata a questa vicenda è la storia della zuppa alla pavese, semplice zuppa con pane secco, uova, formaggio e burro, cucinata da una contadina al re appena fatto prigioniero, riguardo alla quale si racconta che al re piacque così tanto da farla inserire nel menù di corte con il nome di "soupe à la pavoise". Dall'inizio del XVIII secolo fino alla metà del XIX secolo subì la dominazione straniera, alternata, di spagnoli, francesi e austriaci. Nel 1859 divenne parte del Regno di Sardegna insieme con il resto della Lombardia.

Posta 34 km a sud di Milano, lungo la storica direttrice di percorsi romani e longobardi poi denominata Via Francigena e sulle rive del fiume Ticino, poco a nord dalla confluenza di quest'ultimo nel Po, le origini antiche e un passato storico di rilievo hanno lasciato in eredità a Pavia un ragguardevole patrimonio artistico.

Vigevano


Ab. 63.505, vigevanesi; altezza: m. 116; provincia: Pavia mappa Info Turista.: Via Merula Giovanni 40: - T. 0381 299282; P.S.H.: Via Leonardo da Vinci, 17– T.: 0381 3331                

Il primo documento che prova con certezza l'esistenza di un castrum a Vigevano risale al 963, si trattava di un recinto fortificato posto nel punto più elevato, all'interno del quale potevano, nei momenti di pericolo, rifugiarsi gli abitanti dei dintorni.  Nel XII secolo l'insediamento crebbe, all'interno dell'area fortificata sorsero numerose case e magazzini. Tuttavia, l'insediamento fu a lungo conteso tra Pavia e Milano. Nel 1227 come libero comune aderisce alla seconda Lega Lombarda. In seguito, divenne feudo, dapprima dei Della Torre, poi dei Visconti e infine, tra il 1450 e 1535, degli Sforza. Durante quest’ultimo periodo Vigevano raggiunse il suo massimo splendore, divenendo una delle residenze ducali e centro manifatturiero di notevole importanza per la lavorazione dei panni di lana e di lino. Nel 1532 e per due secoli Vigevano divenne capoluogo del Vigevanasco, entità amministrativa autonoma della Lomellina settentrionale.  Dopo una breve dominazione austriaca, nel 1745 la città entrò a far parte del Regno di Sardegna.

Centro industriale di rilievo nazionale, Vigevano è nota per essere stata a lungo uno dei principali centri di produzione di scarpe nel mondo. Vi sorse, nel 1866, il primo calzaturificio a modello industriale, aprendo una stagione che nel secolo successivo avrebbe portato il capoluogo lomellino a produrre decine di milioni di scarpe esportate in tutto il mondo, guadagnandosi l'appellativo di "capitale della scarpa". Ancora oggi il Museo internazionale della calzatura, ospitato nei locali del Castello Sforzesco, conserva le testimonianze di un periodo cruciale della storia industriale italiana.  Il comune è compreso interamente nel Parco naturale lombardo della Valle del Ticino.